Ravello: dopo Fischer, c'è Gergiev al Festival delle grandi orchestre

La Budapest Festival Orchestra diretta da Fischer a Ravello
Iván Fischer ha stregato Ravello. Con un programma che sembrava studiato per il cielo sopra Villa Rufolo. Cupo e poi stellato, spazzato dal vento che accompagnava note di...

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Iván Fischer ha stregato Ravello. Con un programma che sembrava studiato per il cielo sopra Villa Rufolo. Cupo e poi stellato, spazzato dal vento che accompagnava note di Enescu, Bartók e Mahler, su un palco sospeso sul mare.

Il Festival si è avviato al suo gran finale con una settimana intensissima all’insegna della musica imperdibile e delle grandi orchestre, dopo tante serate sold out con la Philharmonia di Londra diretta da Esa-Pekka Salonen, la Filarmonica di Radio France diretta da Myung-whun Chung e Le Cercle de l’Harmonie con il maestro Jérémie Rhorer.

Una passerella internazionale, rara e sofisticata. Il 21 agosto l’atteso evento con Valery Gergiev alla guida della prestigiosa Mariinsky e chiusura il 25 con l’Orchester der Deutschen Oper Berlin e il maestro Donald Runnicles.

Ma Sabato 18 e domenica 19 agosto, è stata la Budapest Festival Orchestra a essere protagonista sul palco del Belvedere di Villa Rufolo per due notti che hanno unito Bartók, Mahler, Brahms e la musica popolare ungherese. Il pubblico ha applaudito a lungo l’esibizione del maestro, dei professori e della cantante Anna Lucia Richter che è entrata nel finale con Mahler e per il bis, il prezioso Vesperae Solennes de Confessore di Mozart. Una sorta di Venere di Botticelli con un vestito chiaro fino ai piedi che sembrava cucito apposta per la conchiglia-palcoscenico. Ha avuto più foto lei del tramonto rosso fuoco.

La Budapest Festival Orchestra è una delle più grandi storie di successo della scena musicale internazionale, essendo valutata tra le prime dieci del mondo. La sua figura chiave è appunto il direttore musicale Iván Fischer che, al fianco di Zoltán Kocsis, è stato uno dei padri fondatori dell’ensemble che ha diretto a Ravello. E la complicità tra il maestro e i suoi professori è stata uno spettacolo nello spettacolo. 
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Il Mattino