Sanremo 2020, Marco Masini: «Censurare Junior Cally per sessismo? Anche Totò e Cocciante»

Sanremo 2020, Marco Masini: «Censurare Junior Cally per sessismo? Anche Totò e Cocciante»
Il 3 marzo 1990 la vittoria tra i giovani - allora si chiamavano «Novità» - di Marco Masini fu salutata come uno sparo nella notte, come un urlo che sparigliava...

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Il 3 marzo 1990 la vittoria tra i giovani - allora si chiamavano «Novità» - di Marco Masini fu salutata come uno sparo nella notte, come un urlo che sparigliava le carte della canzonetta festivaliera. Trent'anni dopo il cantautore fiorentino torna in gara con «Il confronto», storia di un uomo allo specchio.


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Un ritorno, Marco, ma quella volta non espugnasti l'Ariston.
«È vero, caso unico negli ultimi decenni, quell'edizione si svolse al Palafiori di Arma di Taggia per permettere lavori di ristrutturazione al teatro».

Lo chiamavano il PalaPippione, dal nome del sindaco degli scandali. Vinsero i Pooh di «Uomini soli», Ray Charles trasformò completamente «Gli amori» di Toto Cutugno e meritò cinque minuti di applausi... Che ricordi hai?
«Il film della mia vita inizia quella notte, sembrano passate ere geologiche, forse lo sono, ma non mi sento un reperto del passato. Presentavano Johnny Dorelli e Gabriella Carlucci, Adriano Aragozzini era il patron e aveva rilanciato la presenza dell'orchestra e gli stranieri che bissavano i brani in gara. C'er anche Miriam Makeba».

Il film della tua vita viene riavvolto dall'album che farai uscire nella settimana sanremese, «Masini+1, 30th anniversary».
«Con il pezzo di Sanremo ci sono altri tre inediti e sedici duetti in cui rileggo il mio repertorio: Disperato con Eros Ramazzotti, Ci vorrebbe il mare con Giuliano Sangiorgi, Cenerentola innamorata con Ermal Meta, Perché lo fai con Umberto Tozzi, Vaffanculo con Luca Carboni. Ci sono anche Gigi D'Alessio, Ambra Angiolini, Francesco Renga, Nek, Annalisa, Bianca Atzei, Giusy Ferreri, Fabrizio Moro...».

Per «L'uomo volante», con cui hai vinto nel 2004, questa volta all'Ariston e tra i big, hai convocato Jovanotti.
«Non ho convocato nessuno, ho invitato amici e colleghi che non speravo rispondessero così numerosi e disponibili, dandomi l'occasione di rileggere il mio canzoniere nell'unico modo possibile per me: aprendolo al contributo altrui».

Hai affidato ai Modà «Bellastronza», tornata al centro del dibattito. Secondo la vulgata che vorrebbe eliminare Junior Cally per il sessismo di una sua vecchia canzone dovrebbero buttare fuori anche te per quel pezzo del 1995 in cui cantavi: «Mi verrebbe di strapparti/ quei vestiti da puttana/ e tenerti a gambe aperte/ finché viene domattina».
«Le canzoni sono figlie del loro tempo e in quel tempo vanno giudicate. All'epoca sollevò polemiche, fece discutere, ma era solo l'urlo di un uomo tradito. In una canzone, come in un libro, un film... chi canta non è il protagonista della storia che canta, ma un narratore. Nel mio caso, poi, la violenza era immaginata, fatta di sesso sporco, tanto che poi chiudevo così: Ma di questo nostro amore/ così tenero e pulito/ non mi resterebbe altro che/ un lunghissimo minuto di violenza/ E allora ti saluto, bella stronza. Credo che sia una follia voler censurare Junior Cally, magari anche me o Achille Lauro, per canzoni passate in giudicato, famose o meno. Che facciamo censuriamo anche Totò, il principe, per aver scritto Malafemmena per una donna - la moglie - che era lui a tradire? O magari Riccardo Cocciante per Bella senz'anima? Il sessismo esiste, anche nelle canzoni, ma non scateniamo una caccia alle streghe».
 

Nella serata delle cover rileggerai «Vacanze romane».
«I Matia Bazar si classificarono quarti nel 1983 e per un anno, sino alla sua morte, mia mamma ha cantato quel pezzo delizioso, soprattutto in cucina. È un omaggio a lei, oltre che alla grandissima Antonella Ruggiero. Ho chiesto ad Arisa di essere al mio fianco, ha una grande voce e la sua fragilità è una forza».

Sanremo 2020 come un bilancio?

«Diciamo come una tappa importante, quanto il tour al via il 3 aprile da Mons, Belgio. O il concertone con i miei friends il 20 settembre all'Arena di Verona». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino