Sanremo 2021, Fiorello lancia l'Amadeus ter e il festival si tinge di giallo

Sanremo 2021, Fiorello lancia l'Amadeus ter e il festival si tinge di giallo
Resta di stucco, è un barbatrucco. Tramonta il rosso (relativo) nella terra dei cachi, sull'Ariston sventola bandiera gialla. Scuole chiuse, ma ristoranti aperti almeno...

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Resta di stucco, è un barbatrucco. Tramonta il rosso (relativo) nella terra dei cachi, sull'Ariston sventola bandiera gialla. Scuole chiuse, ma ristoranti aperti almeno a pranzo, anche se i cugini francesi fanno paura e il ventimigliese è ancora arancione «rinforzato», che il colore rosso il governatore Toti meno lo pronuncia meglio si sente. Triplo salto mortale alla vigilia del Sanremo 2021, blindato, tamponato (giornalisti compresi, finora tutti negativi e dotati di un pass a tempo: ti avverte quando stanno per scadere le 72 ore che devono passare dal tampone e il successivo). Sanremo in giallo, allora, ma il giallo non c'è, l'andamento della curva pandemica permette la «decolorazione», è solo un caso che sia di buon augurio per l'Amarello bis, il governo (?) della canzone italiana, che sembra già voler guardare al ter, convinto com'è che - se non succederanno sconquassi sanitari - saranno record d'ascolti senza eguali.

Riusciranno i nostri eroi a uscire indenni da questa follia e a ritrovarsi in un teatro affollato di pubblico e in una città affollata di curiosi nel 2022? Fiorello la butta lì, ospite di Mara Venier a «Domenica in»: «Amadeus me lo ha confidato alle 11.30, è venuto in camera mia in pigiama e mi ha detto: io l'anno prossimo voglio fare il tris, perché questo è l'anno della rinascita, l'anno prossimo voglio godermi quello del boom». L'amico sta al gioco: «Rosario mi ha detto: Sappi che non ti lascerò mai». Così oggi, prima ancora che inizi il Festival 2021, ci mettiamo a pensare a quello dell'anno prossimo. Diavolo di un Fiore.

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Rossa ieri, gialla oggi, Sanremo è silenziosa, tagliata fuori dal Festival. Molti big hanno scelto appartamenti e ville per proteggersi dai curiosi e permettersi un minimo di convivialità con il proprio staff, naturalmente tamponato. Lungo le strade non ci sono i tradizionali manifesti con i volti dei concorrenti, anche se erano andati scomparendo già negli anni scorsi. Nelle vetrine dei negozi - lo struscio è quello di una domenica qualunque di pandemia, si passa davanti all'Ariston senza degnarlo di uno sguardo, come a dire «quest'anno non è cosa nostra» - non ci sono i soliti vinili vintage rispolverati una volta all'anno. Rtl ha ancora la postazione nella vetrina vicino all'Ariston, ma ha oscurato la vista, in modo che non si creino assembramenti per la presenza di Madame, dei Maneskin, di Fedez. La passerella con il red carpet è scomparsa, nessuno si fa i selfie con la statua di Mike Bongiorno. Gli hotel sono pieni al 50%. Le piazze intorno non ospitano i van delle emittenti radiofoniche, abolite tutte le iniziative collaterali, anche se al Palafiori qualcosa succederà. Perché Sanremo è Sanremo, ma fuori dall'Ariston non si direbbe e dentro c'entrano in pochissimi.

Due i partiti della vigilia: quelli che si aspettano impennate di Auditel - «la gente sta chiusa in casa da mesi, almeno si rifà gli occhi, se non le canzoni», sostiene chi spera più nelle scollature di Matilda De Angelis, primadonna della prima sera - e chi, al contrario, prevede una disfatta e inneggia persino al boicottaggio.

Altro che «ter», Amadeus è il nuovo Baudillo, ha la sua vocazione a tenere insieme l'impossibile, Willie Peyote e Orietta Berti. Come Pippitel in passato ha costruito un cast a sua immagine e somiglianza: non solo per la scelta dei Campioni, ma anche delle canzoni con cui «accettarli» in gara. Arisa, per esempio, voleva portare una canzone di Brunori Sas. Lui gli ha proposto quella di D'Alessio, «Potevi fare di più», poi scelta dalla cantante. E Gigi sarà all'Ariston anche come ospite: dopodomani proporrà il suo nuovo singolo, «Guagliune», con Enzo Dong, Ivan Granatino, Lele Blade e Samurai Jay per raccontare con tono urbanmelodico nuove e vecchie scene napoletane. Pronte a inchinarsi tutte di fronte al maestro degli americani di Napoli se nella stessa sera, per lanciare il film tv di Raiuno su Renato Carosone, Fiorello duetterà con Enzo Avitabile «Caravan petrol», sulla scia di quanto fatto in «Passione» di John Turturro. Ancora un arricchimento di un cast musicale che prevede anche Diodato, Mahmood, Loredana Berté, Ornella Vanoni (anche con Gabbani), Il Volo, i Negramaro...

Per Ama «fare Sanremo è un sogno realizzato», ripete lui con la consueta (finta?) umiltà: «Il Festival è la storia della musica, del costume, del Paese: ecco perché era importante non fermarlo, è un segnale di riapertura verso tutto il settore che ha sofferto. Se cancellarlo fosse servito a riaprire ristoranti, cinema, bar, non avrei esitato a fermarmi, ma dietro ci sono musicisti, tecnici, operai che lavorano: ci auguriamo che sia l'inizio e che possano riaprire anche altri settori».

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Il Mattino