Una sola attrice in tre spettacoli per dare un volto a Matilde Serao, scrittrice, giornalista, fondatrice de «Il Mattino» con Edoardo Scarfoglio. Al centro di un...
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«Racconteremo alcuni aspetti poco conosciuti della sua multiforme attività, la sua Napoli è vicina a quella del mio mondo, è una Napoli moderna, ancora attuale, una Napoli nera in cui però non manca la speranza», spiega il regista, autore di un testo cult come «Cravattari». E se in occasione del premio del «Mattino» erano stati Cristina Donadio e Claudio Di Palma a snocciolare un inedito dialogo tra la scrittrice napoletana e l'autore armeno Melkon Gurgian nel testo della Arslan, questa volta sarà la penna della Boggio ad affondare nel mito-Serao. «Non bisogna dimenticare», nota Calvino, «che la Boggio conosce molto bene Napoli ed è autrice di un testo sull'ammiraglio Caracciolo e di uno studio su San Gennaro. In questo contesto è nato il suo interesse per la giornalista napoletana, una donna che ha anticipato i tempi portando alla luce temi che ancora oggi sono tabù. Una donna che ha conquistato la notorietà a costo di grandi sacrifici in un mondo di uomini. E bene ha fatto Il Mattino a rivalutarne e propagarne la singolare figura».
Ma non c'è solo il progetto-Serao nella stagione del Ridotto, già iniziata qualche giorno fa con la messa in scena di «Tomcat», testo inedito in Italia del giovane scrittore inglese James Rushbrooke, proposto nella traduzione di Roberto Vertolomo e la regia di Rosario Sparno. Dal 24 al 29 ottobre ritorna «La morte della bellezza» di Giuseppe Patroni Griffi nella rilettura drammaturgica e regia di Benedetto Sicca, anche interprete insieme a Mauro Lamantia. Sono loro il giovane Lilandt e l'adolescente Eugenio in un viaggio che è al tempo stesso alla scoperta dell'amore omosessuale e della città che li ospita, un viaggio vissuto attraverso le pagine del romanzo. Dal 4 al 12 novembre in scena «All in. Il gioco può causare solitudine», un testo di Roberto Nugnes con la regia di Giuseppe Miale Di Mauro, interpretato da Gennaro Di Colandrea e Geremia Longobardo. Dal 23 novembre al 3 dicembre il cartellone propone invece in prima italiana «Eva», di Januaria Piromallo con Teresa Saponangelo e la regia di Alessandra Felli, la riduzione teatrale del romanzo «Il sacrificio di Éva Izsák» sulla storia della giovane ebrea ungherese, morta suicida nell'estate del 1944 nella foresta di Debrecen. «Il racconto delle peripezie di Eva», nota la Felli, «è ricolmo di personaggi che hanno completamente perso il proprio senso etico. Se una comunità perde il senso dell'etica perde irrimediabilmente con esso anche il senso del tragico».
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Il Mattino