Vico Equense, la compagnia stabile Teatro mio ripropone la «Cantata dei pastori»

Cantata dei pastori
VICO EQUENSE - La compagnia stabile Teatro Mio, ripropone dopo 16 anni, la propria interpretazione della «Cantata dei pastori». Nove le repliche presso la sede di...

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VICO EQUENSE - La compagnia stabile Teatro Mio, ripropone dopo 16 anni, la propria interpretazione della «Cantata dei pastori». Nove le repliche presso la sede di corso Filangieri. La prima sabato prossimo. Altre rappresentazioni il 17, 22, 23, 26, 29 e 30 dicembre; 6 e 7 gennaio 2018. Festivi ore 18, feriali ore 20. «Anche questa volta - spiega Bruno Alvino -, oltre allo spettacolo, realizziamo una operazione culturale per il recupero delle tradizioni». Ora, come allora, ad attori navigati come Tonino Paola (Armenzio), Nando Rossi (Belfegor), Massimo Gammella (Giuseppe) e Tina Norvello (Gabriello), Bruno Alvino, che ne cura la regia, si affiancano giovani talenti di Teatro Mio. Le nuove leve, insomma, nei panni di Sarchiapone e Razzullo, Stefano Arpino e Pino Buonocore, che già hanno tanto dimostrato il loro valore in altri spettacoli interpretati fino ad oggi. Maria sarà interpretata da Enza Di Paola, Cidonio (Salvatore Volpe) Ruscello (Francesco Desiderio) Benino (il piccolissimo Arcangelo Arpino, appena nove anni). Lo spettacolo sarà, inoltre distribuito anche in alcune mattinate per gli studenti delle scuole vicane che saranno precedute, da una lectio magistralis su «La cantata dei pastori», che il regista stesso farà direttamente a scuola. Una «cantata» ridotta da Bruno Alvino, che nella sua versione, seppur moderna e dinamica, ha voluto salvaguardare la tradizione letteraria. Le scene realizzate da Lollo Zollo Art, saranno proiettate da una moderna tecnologia su un grande fondale bianco e ricorderanno i luoghi degli avvenimenti, i costumi originali realizzati da Antonietta Colledonico, che ha ideato abiti tradizionali, mentre per Belfagor e Gabbriello ha inventato figure maestose. Il disegno luci è affidato ad Augusto Cioffi, direttore di scena Luisa Russo.
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Il Mattino