Ciclismo, a Imola trionfa Alaphilippe nei campionati del mondo in linea

Ciclismo, a Imola trionfa Alaphilippe nei campionati del mondo in linea
«Non riesco a trovare le parole, corono un sogno, è il momento più bello della mia carriera». Anche se si è il favorito della vigilia e quindi,...

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«Non riesco a trovare le parole, corono un sogno, è il momento più bello della mia carriera». Anche se si è il favorito della vigilia e quindi, semplicemente, si rispetta il pronostico, la vittoria in un Mondiale regala sensazioni che rimarranno dentro per tutta la vita. Oggi, a Imola, è successo al francese Julian Alaphilippe, che ha riportato la maglia iridata nel suo Paese a 23 anni di distanza dal successo di Laurent Brochard a San Sebastian. Alaphilipe ci è riuscito nello stesso modo di Vittorio Adorni nell'ormai lontano 1968, ovvero vincendo per distacco, con 24« di vantaggio sull'altro ciclista con cui condivideva i favori della vigilia, ovvero il belga Wout Van Aert, che sul podio è stato l'immagine della delusione. Lacrime di gioia, invece, per Alaphilippe, anche nel ricordo del padre scomparso mesi fa, e per lo svizzero Marc Hirschi, 22enne che due anni fa fu iridato under 23 e adesso festeggia un bronzo a livello assoluto che non si aspettava così presto, dopo poco più di un anno di professionismo. Oltretutto, lo ha conquistato precedendo un ex campione del mondo come il polacco Michal Kwiatowski, altro dei protagonisti del finale di gara.

 

L'Italia ha fatto ciò che ha potuto, con un Damiano Caruso sempre in evidenza, e alla fine decimo, e con Vincenzo Nibali, 15/o, che ha provato l'allungo sull'ultima salita del Mazzolano, dopo che era stato ripreso il vincitore di una settimana fa del Tour, lo sloveno Tadej Pogacar, che aveva tentato una nuova impresa ma poi ha pagato la fatica. Ripreso lui, si è accesa la bagarre nel gruppo, con tanti scatti, in particolare prima quello dell'olandese Tom Dumoulin, poi con l'Italia in prima fila con Caruso e Nibali, seguiti a ruota da Van Aert (per il quale oggi ha lavorato molto, con grande umiltà, un compagno del calibro dell'olimpionico di Rio 2016 Greg van Avermaet), dal colombiano Rigoberto Uran e dallo spagnolo Mikel Landa. Anche questo tentativo, però, è andato a vuoto e allora il momento decisivo è stato quello dell'ultimo passaggio sulla Gallisterna: Hirschi ha forzato il ritmo, Nibali è stato l'ultimo azzurro ad arrendersi, ma lo scatto giusto è stato quello di Alaphilippe, che ben presto ha guadagnato una quindicina di secondi, riuscendo poi ad incrementarli di un'altra manciata fino all'arrivo.

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Giusto così, Alaphilippe era uno dei grandi favoriti e prova sempre a dare spettacolo, un generoso del ciclismo che per la bicicletta lasciò un lavoro sicuro (»a 1200 euro al mese«) nelle forze armate.
«Ma non ho voluto crederci fin quando ho tagliato il traguardo - dice il francese -. Altre volte ero indicato tra i favoriti e poi non ero salito neppure sul podio. Grazie a tutti coloro che hanno creduto in me, e in primis al ct Thomas Voeckler per la fiducia. Ora fatemi godere il mio sogno realizzato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino