Nei giorni che precedono la Pasqua, la festa più importante non solo dei diabetologi ma anche della cristianità, si susseguono nel mondo riproduzioni e...
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L'allestimento, affidato al regista Ancelotti, è stato innovativo e coraggioso: praticamente sei attaccanti in campo con la speranza di anticipare di qualche giorno la resurrezione di qualcuno nei pressi della porta avversaria. E bisogna dire che i risultati sono stati straordinari. Infatti, così come Gesù Cristo entrò in Gerusalemme osannato dalle folle che in segno di pace brandivano rametti di palme, allo stesso modo Koulibaly è entrato nell'area di rigore del Chievo osannato dai compagni di squadra e dai tifosi che brandivano applausi in segno di pace. In questo modo, l'incantesimo offensivo delle ultime disastrose partite azzurre è stato rotto e il senegalese, poi alla fine del match finanche depositario della fascia da capitano, ha potuto festeggiare la prima doppietta personale in serie A su un campo storicamente ostile quale quello del Chievo. E proprio come Gesù, il suo ingresso trionfale l'ha fatto in sella a un ciuccio. Jamm, può mai essere una coincidenza? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino