Galtier al Napoli, scommessa ADL: chi è l'allenatore amico di Ancelotti

Galtier al Napoli, scommessa ADL: chi è l'allenatore amico di Ancelotti
Il suo nome è scritto da tempo sulla lista delle attenzioni azzurre. Sì, perché ad Aurelio De Laurentiis non può non piacere un vecchio volpone della...

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Il suo nome è scritto da tempo sulla lista delle attenzioni azzurre. Sì, perché ad Aurelio De Laurentiis non può non piacere un vecchio volpone della panchina, uno di quelli che usa poche parole e molti esempi. Un ex difensore apprezzato nella sua città, giramondo quando i confini non erano quelli di oggi, allenatore già quando era ancora calciatore. Così Christophe Galtier ha fatto breccia nel cuore del Napoli, alla ricerca di un allenatore per il prossimo anno quando l’avventura di Gennaro Gattuso in azzurro si sarà ufficialmente conclusa. 

L’Italia l’ha conosciuta sul finire degli anni ’90, in un Monza che visse una stagione complicata e traballante. Riuscì a salvarsi occupando l’ultimo posto disponibile per restare in Serie B, una condizione in cui lo stesso Galtier si ritroverà spesso negli anni a venire. Sapeva che sarebbe finito in panchina, ma prima di ritirarsi del tutto non poteva lasciarsi scappare una stagione in Cina con la maglia del Liaoning, tra i primi club a rivolgersi verso l’Europa. Poi l’appuntamento col destino. Tanti anni di gavetta a partire proprio da Marsiglia, la città che l’ha messo al mondo come persona, calciatore e anche come allenatore. Stagioni da vice alternati tra Francia, Grecia, Inghilterra con qualche rissa sparsa qua e là come quella durante un Marsiglia-Monaco con Marcelo Gallardo, oggi allenatore al River. Poi l’arrivo a Saint-Etienne nel 2008 e l’occasione migliore un anno dopo: nel dicembre del 2009 il club decide di esonerare Alain Perrin e di lasciare a Galtier la guida della prima squadra. Gli chiesero la salvezza e la salvezza arrivò. Ovviamente con l’ultimo posto disponibile per restare in Ligue 1, ça va sans dire.

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Il suo Saint-Etienne è un progetto allettante: scommettere su giovani talenti nati nei sobborghi francesi e trasformare la squadra. L’anno successivo chiude 10°, poi 7°, nel 2012-13 c’è il capolavoro con il 5° posto che significa Europa e la vittoria della Coppa di Lega. In quella squadra anche Faouzi Ghoulam, poi ceduto al Napoli. Le plusvalenze sono una delle armi migliori delle sue squadre: il terzino algerino, il talento di Aubameyang, quello di Gomis e di Zouma, la crescita di Matuidi, Payet e Guilavogui. Un filo conduttore anche a Lille, dove l’esperienza Galtier sembra aver raggiunto il punto più alto. 

Nel 2017 l’avventura si sposta a Lille e si salva con l’ultimo posto rimasto per restare in Ligue 1. Ma poi cambia marcia: nel 2018/19 riporta la squadra in Champions con il secondo posto finale, poi il quarto di un anno fa in una stagione a metà. Il Lille non vince trofei ma riempie le casse: Pèpè, Osimhen, Bissouma, Gabriel, Rafael Leao, El Ghazi e Malcuit passano dalle sue mani, dalle sue idee. Le stesse che colpirono anche Carlo Ancelotti con cui divise il premio di miglior allenatore della Ligue 1: «Sarei felice se il Lille vincesse il campionato, sarebbe un bel risultato per il mio amico Christophe e per tutto il calcio europeo» ha detto Carletto. Sì, perché il Lille che rischiava la retrocessione quattro anni fa ora è a 90’ da un titolo che sarebbe un capolavoro.

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Il Mattino