De Laurentiis, la mano tesa ai tifosi che dà ancora più forza al Napoli

«Il tifoso ha sempre ragione», è un forte abbraccio dopo le tensioni

De Laurentiis, la mano tesa ai tifosi che dà ancora più forza al Napoli
«Il tifoso ha sempre ragione». Aurelio De Laurentiis lo ritiene un cliente da coccolare e abbracciare in questo storico momento per il Napoli, volendo dare...

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«Il tifoso ha sempre ragione». Aurelio De Laurentiis lo ritiene un cliente da coccolare e abbracciare in questo storico momento per il Napoli, volendo dare ulteriore forza alla squadra lanciatissima verso la conquista del terzo scudetto. «Il tifoso ha sempre ragione», detto dal presidente con un sorriso nella sala conferenze dello stadio di Francoforte alla vigilia della sfida Champions contro l'Eintracht. Con questo messaggio distensivo si sono spente le polemiche della scorsa estate, accese da chi invitava De Laurentiis a trasferirsi armi e bagagli a Bari e chi - le solite manine - esponeva striscioni di contestazione per operazioni di mercato che in tempi brevissimi si sono rivelate vincenti. E il presidente, nei ritiri di Dimaro e Castel di Sangro, si era presentato soltanto una volta al campo di allenamento, quando seguì l'ultima amichevole in panchina, sotto gli occhi del presidente federale Gabriele Gravina, con cui ha ricostruito un rapporto: c'era una brutta aria. 

Che l'aria sia cambiata intorno a De Laurentiis si è già visto nelle scorse settimane. Dopo la vittoria sulla Roma all'esterno del Maradona la sua auto fu assalita di tifosi in delirio che urlavano “La capolista se ne va” e lui si divertiva a dirigere il coro. Video diventato subito virale, sicuramente più bello di quelli visti in estate, accompagnati da ironie pesanti, molto spesso insulti. De Laurentiis è rimasto quasi sempre in silenzio in questi mesi. Magari avrebbe potuto (voluto) alzare la voce contro i contestatori, ricordando un'estate amara. Ma che senso avrebbe avuto? Ha capito come è fatta una parte della tifoseria che non ha avuto la capacità di aggiornarsi e, a prescindere, lo contesta. Sui muri della villa di Ferlaino, dopo l'acquisto di Maradona e i trofei, le solite manine degli anni '90 scrissero minacce, salvo poi ricredersi ed esaltare il ciclo dell'ingegnere, più che altro per metterlo in contrapposizione a De Laurentiis e allo “scudetto dei bilanci”. 

Adesso è il momento dello scudetto sul campo, del tricolore da cucire sul lato sinistro delle maglie. Ed è il momento di stringersi intorno a Spalletti e agli azzurri: nessuno deve stare più dall'altra parte.

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Il Mattino