Giro d'Italia 2023, oggi la prima tappa: martedì l'arrivo in Campania

La Campania maglia rosa con i tre traguardi consecutivi

Filippo Ganna
Ritorna da oggi la grande cartolina a colori del Giro d'Italia. È l'edizione numero 106 della corsa rosa, e parte dall'Abruzzo, con una cronometro...

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Ritorna da oggi la grande cartolina a colori del Giro d'Italia. È l'edizione numero 106 della corsa rosa, e parte dall'Abruzzo, con una cronometro Fossacesia-Ortona di 19,6 chilometri, mica banale, mica toccata e fuga da prologo, che assegnerà la prima maglia rosa. Parte, per una felice consecutio temporum grazie all'appena ratificato e strastrameritato scudetto del calcio vinto dal Napoli, e per una attenzione alle vicende quotidiane del Giro che potrà essere più serenamente confidata. Come oltralpe ci insegna L'Èquipe di ieri mattina, con una prima pagina dedicata interamente al nostro Giro. Partenza allora oggi, in una crono che ammicca al sovrano del tempo nostro e altrui Filippo Ganna, già rosa all'esordio nel 2020 e nel 2021, per tre settimane di corsa che prevedono due ulteriori saggi contro il tempo: prima a Cesena, nona tappa, 35 chilometri di pianura totale, e poi nella anomala e dirimente cronoscalata dei monti Lussari (ventesima tappa, 18 chilometri, con gli otto finali al 12 % di pendenza). Saranno tre settimane da raccontare, dalla gentile Fossacesia di oggi che fu di Alessandro Fantini, un brillante e sfortunato velocista degli anni 60, fino alla Roma imperiale, che sancirà il suo arrivo finale, domenica 28 maggio, per una sequenza di traguardi verticali da tenere a mente, così come le crono: Block Haus (settima tappa), Crans Montana (tredicesima tappa), Monte Bondone (sedicesima tappa), Tre Cime di Lavaredo (diciannovesima tappa).

È curiosamente bello, senza la piaggeria che non ci appartiene, che in una geografia variegata, come è il ciclismo applicato all'Italia, il Giro 2023 abbia già eletto, prima ancora della partenza, la sua regione da Maglia Rosa. Ed è la Campania, che si fregia di un primato assoluto: con i tre traguardi successivi di Lago Laceno (quarta tappa), Salerno (quinta tappa) e Napoli (sesta tappa), e la partenza l'indomani da Capua, per raggiungere il Block Haus. Diciamo pure che questo tributo è il premio assoluto che il Giro d'Italia e il ciclismo ha conferito in scia alla splendida Napoli (Napoli del 2022, primo il letterario Thomas de Gendt), che resta lo scudetto affisso sulla narrazione della corsa rosa della scorsa edizione, con via Caracciolo, traversati i Campi Flegrei, inizio e fine di quella metafisica che è il ciclismo, per chi ne rammenta il verso. E Napoli - Napoli sarà una nuova volta, giovedì 11 maggio, con un percorso che sceglierà l'hinterland napoletano e il Chiunzi, profumo di Coppi e di ginestre, Amalfi e Sorrento, Vico Equense e Castellammare, fino al rientro lì dove ci sia traccia di cuore, via Caracciolo, Rotonda Diaz. A contendersi la corsa non ci sarà Hindley, primo l'anno scorso, così come mancheranno i suoi delfini sul podio Carapaz e Landa. E non vi sarà più un Vincenzo Nibali, quarto l'anno scorso alla sua ultima prova, a pronunciarsi per noi. E di italiani ci stringiamo per fede nel pronostico Damiano Caruso, siciliano di Ragusa, terra di Montalbano, 35 anni, secondo due anni fa, e Domenico Pozzovivo, lucano di Policoro, 40 anni e non di meno. O i più giovani Lorenzo Fortunato, scalatore emiliano di talento, e Vincenzo Albanese, un finisseur campano di Oliveto Citra, su cui scommettono Contador e Basso, i team manager della Eolo Kometa. La distinta dei favoriti, al di là di Almeida e Geoghegan Hart, Vine e Thomas, parla innanzitutto di Primoz Roglic, uno sloveno solido e di esperienza, 33 anni, tre Vuelta Espana all'attivo, e di Remco Evenepoel, un belga giovane di fantasia, primo nella ultima Liegi, che viene da una esperienza nel calcio giovanile. Centrale nell'Anderlecht, come Eddy Merckx, quel nome speciale, scarso di vocali, ma con la suggestione tutta fiamminga di aver vinto a Napoli - mercoledì 12 giugno 1968 - il suo primo Giro d'Italia. 

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Il Mattino