Internazionali d'Italia 2022 a Roma, verso lo stop ai visti dei tennisti russi

Internazionali d'Italia 2022 a Roma, verso lo stop ai visti dei tennisti russi
Escludere gli atleti russi e bielorussi dagli Internazionali d'Italia. Cioè impedire a tennisti come Danil Medvedev e Aryna Sabalenka, rispettivamente nelle classifiche...

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Escludere gli atleti russi e bielorussi dagli Internazionali d'Italia. Cioè impedire a tennisti come Danil Medvedev e Aryna Sabalenka, rispettivamente nelle classifiche mondiali numero 2 tra gli uomini e numero 5 tra le donne, di calcare i campi di terra rossa della Capitale. È questa l'idea a cui sta lavorando il governo sull'onda lunga di un'identica decisione presa pochi giorni fa per il torneo inglese di Wimbledon. Come? Ancora è tutto da definire ma l'estrema ratio potrebbe essere quella di assumere la stessa decisione adottata dal governo australiano pochi mesi fa con Novak Djokovic per la questione dei vaccini: impedirgli l'accesso in Italia. 

«Il senso è quello di comminare un'ulteriore sanzione alla Russia» garantiscono fonti vicine al dossier, ma la strada al momento appare in salita. Non solo perché quello dello sport è sempre un terreno impervio in cui avventurarsi - per dire, in Serie A ogni domenica giocano senza problemi calciatori russi, ma per le competizioni a squadre valgono regole diverse - ma anche perché a livello di immagine le ricadute potrebbero essere notevoli. Pure se russi e bielorussi già partecipano a competizioni senza bandiera e senza inno, cosa succederebbe se Sabalenka - il cui exploit non è poi così improbabile - dovesse vincere? Il tema è complesso ma il governo è determinato ad andare fino in fondo anche se Medvedev (peraltro in forse per un infortunio) e il numero 8 al mondo tra gli uomini, Andrey Rublev, si sono esposti contro la guerra in Ucraina. Casi quindi molto diversi dal nuotatore russo Evgeny Rylov appena squalificato con un provvedimento ad hoc dalla Federazione mondiale del nuoto a causa delle sue esternazioni pro Putin. 

Andiamo però con ordine e partiamo da mercoledì quando, alla conferenza stampa di presentazione del torneo (al via il 2 maggio fino al 15), sollecitata dalle domande dei giornalisti, la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali rispondeva: «Seguiremo le linee dettate dal Cio». E cioè meglio non invitare gli atleti russi e bielorussi. La situazione però degenera subito: il torneo di Roma infatti è in mano alle due organizzazioni internazionali dei tennisti, Wta e Atp, che appaltano alla Federtennis italiana la gestione, garantendole visibilità, l'inserimento nel circuito internazionale e la partecipazione degli atleti. Vale a dire che, tecnicamente, non è nei poteri né del Cio né del governo intervenire direttamente sulla competizione. Ed è per questo che, nonostante la fermezza che secondo alcuni lo stesso Mario Draghi avrebbe espresso sul punto, la soluzione è ancora al vaglio.

«È una faccenda importante perché ha molta visibilità» spiegano. Non è un caso del resto che ieri lo stesso Vladimir Putin, nella telefonata con il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, ha accusato «le leadership della maggior parte degli Stati membri Ue di incoraggiare una sfacciata russofobia, che si manifesta in particolare nei campi culturale, umanitario e sportivo».

Tant'è che l'input iniziale a cui sta lavorando l'esecutivo è provare a coordinare un'azione internazionale. Fare cioè in modo che tutti i tornei giocati nei Paesi dell'asse anti-Putin non possano ospitare gli atleti russi e bielorussi. Un'opzione che, per stessa ammissione dei tecnici, è però difficile da realizzare anche perché i tempi sono piuttosto ristretti. E quindi è già pronta la fase due. Una sorta di «moral suasion» sugli organizzatori del torneo ancora tutta da definire. A quanto però trapela da fonti molto vicine alle due associazioni tennistiche, la loro intenzione non sarebbe affatto quella di intervenire. Se l'esecutivo vuole intervenga direttamente, come l'Australia con Djokovic appunto. Così, spiegano invece fonti ministeriali, non è escluso che venga messo in campo qualche «provvedimento coercitivo». Ovvero che venga impedito ai tennisti l'accesso nel territorio nazionale. Si tratta però di un'estrema ratio a cui si cercherà di non arrivare. Certo è che non trattandosi di un'azione coordinata a livello internazionale, potrebbe esserci qualche ricaduta per l'Italia. Magari improbabile sul torneo di Roma al via, ma che potrebbe interessare la sua agognata promozione a mini-slam. O anche per gli importanti tornei che Atp e Wta stanno organizzando per novembre a Torino e Milano: Finals e Next Gen.

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Il Mattino