Italia-Macedonia, missione riscatto: Mancini punta ancora su Jorginho

Italia-Macedonia, missione riscatto: Mancini punta ancora su Jorginho
I rigori danno, i rigori tolgono. Lo sa bene l'Italia di Roberto Mancini che lo scorso 11 luglio si è laureata campione d'Europa proprio dopo la vittoria...

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I rigori danno, i rigori tolgono. Lo sa bene l'Italia di Roberto Mancini che lo scorso 11 luglio si è laureata campione d'Europa proprio dopo la vittoria sull'Inghilterra dagli undici metri. Dopo appena qualche mese, però, dal dischetto sono arrivate le notizie più amare: perché quei due errori di Jorginho contro la Svizzera sono costati sostanzialmente il pass diretto per il Qatar. Tre errori di fila, contando anche quello indolore nella lotteria finale di Wembley 

Il regista brasiliano naturalizzato italiano, ha interrotto una striscia che sembrava destinata a rimanere immacolata. Da specialista praticamente infallibile agli errori decisivi. Già ai tempi di Napoli era diventato famoso il suo «saltello» prima di calciare, una tecnica che per anni si era rivelata perfetta per spiazzare il malcapitato portiere di turno. Ma, purtroppo, piano piano qualcuno ha iniziato a trovare delle soluzioni. Su 38 tiri dagli undici metri effettuati in carriera (serie finali escluse), l'ex Napoli ha sbagliato soltanto 6 volte, raggiungendo una percentuale di realizzazione superiore all'84%, che si sta abbassando negli ultimi mesi. Il primo errore risale al 2017, quando da giocatore del Napoli si fece parare il rigore da Scuffet, salvo poi ribadire in rete la respinta e segnando il gol partita. Dopo tre anni senza macchie, ne sono arrivate cinque negli ultimi dodici mesi: la prima nella sconfitta del Chelsea contro il Liverpool, la seconda in Champions nella vittoria contro il Krasnodar, la terza durante il derby contro l'Arsenal e, infine, le due contro la Svizzera. E allora? Per provare a risolvere il frequente numero di errori dell'ultimo periodo, Jorginho ha provato anche a cambiare un po' il metodo di tiro. 

Ha portato anche lui un po' di Napoli sul tetto d'Europa a luglio, perché il legame tra il regista della Nazionale e il suo ex club è ancora fortissimo. Non mancano mai le occasioni per far sentire il suo affetto per la città e la squadra con la quale ha vissuto stagioni indimenticabili, sfiorando anche il titolo nel 2018. E ora? C'è la Nazionale e queste due partite che valgono un Mondiale. Nella mediana a tre è il punto fisso, quello attorno al quale gira tutto il gioco di Mancini. Ai suoi lati saranno confermati Barella e Verratti e il centrocampista del Psg ha ribadito la sua carica in vista della sfida di domani contro la Macedonia. «Abbiamo un grande dovere: portare l'Italia dove merita. Fare ancora la storia di questa Nazionale. Rispetto al 2017 il clima è diverso, c'è un altro entusiasmo: sappiamo cosa valiamo e cosa vogliamo, qual è la forza del gruppo e cosa ci dà l'allenatore. Sappiamo di avere grandi giocatori e uno stile di gioco. Non possiamo permetterci di stare fuori dal Mondiale, ma siamo abituati a giocare con questa pressione: dobbiamo pensare a lavorare bene sul campo, non a quello che ci aspetta». 

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Il Mattino