Jorginho leader silenzioso dell'Italia: «Siamo forti come il mio Chelsea»

Jorginho leader silenzioso dell'Italia: «Siamo forti come il mio Chelsea»
Sul tetto d'Europa per rimanerci. Dal Chelsea all'Italia il passo non è breve ma si può fare. Le due squadre hanno una cosa, anzi un uomo, in comune:...

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Sul tetto d'Europa per rimanerci. Dal Chelsea all'Italia il passo non è breve ma si può fare. Le due squadre hanno una cosa, anzi un uomo, in comune: Jorginho, diventato uno dei più forti centrocampisti europei. Con fortissimi legami con Napoli, dove con Sarri ha trovato la sua dimensione europea: dopo un'Europa League, in bacheca l'ex azzurro ha aggiunto, lo scorso 29 maggio, la Champions, battendo in finale il Manchester City di Guardiola.


Ma questa è storia nota. C'è poi quella ancora da scrivere. Un altro capitolo da aggiungere alla favola del brasiliano naturalizzato italiano. Jorginho sa che alla base di tutto ci sono le motivazioni. E vincere aiuta a vincere. «Dopo aver vinto la Champions porto qui ancora più fame di vincere, è stato bello e vorrei rivivere quelle emozioni con la Nazionale». Dai Blues agli azzurri, ma il leit motiv è lo stesso. «Questo gruppo somiglia a quello del Chelsea, è fantastico, tutti dai più esperti ai più giovani hanno voglia di fare qualcosa di importante».

Jorginho è con i compagni nel ritiro azzurro di Coverciano. L'atmosfera attorno all'Italia di Mancini, dopo il 3-0 alla Turchia, sa di festa. «Se c'è troppa euforia? - aggiusta il tiro l'italo-brasiliano - Vincere è bello e dobbiamo gioirne, i festeggiamenti dopo il successo sulla Turchia non mi sono parsi eccessivi. L'Europeo è una competizione difficile e ne siamo consapevoli, questa Italia non perderà mai l'umiltà e la fame di vincere. Lavoriamo tanto per arrivare al successo e quando lo otteniamo è giusto festeggiare ben sapendo che il prossimo ostacolo sarà più difficile e quelli dopo ancora di più». 

Intanto si sta avvicinando il rientro di Marco Verratti, compagno di reparto di Jorginho: «Marco può darci tantissimo a livello di qualità e personalità - sottolinea - Speriamo e non vediamo l'ora di riaverlo perché può aiutarci davvero molto».

Verratti porterà in dote esperienza internazionale. La stessa che oramai ha acquisito lo stesso Jorginho. «A chi mi considera leader dell'Italia dico che di questo gruppo fanno parte tanti grandi giocatori con tanta personalità. Io sono un ragazzo e un calciatore che cerca di aiutare tutti ma tutti qui possono dare un grande aiuto e aggiungere qualcosa alla squadra, Chiellini, Bonucci, Insigne, Verratti, Immobile, Donnarumma...». 

Mercoledì, ore 21, si torna a giocare contro la Svizzera.«Chi scende in campo sa di rappresentare sempre il Paese. In questa Nazionale - contnua il centrocampista - abbiamo tanti ragazzi di qualità». Fra questi Nicolò Barella. Che a Jorginho ricorda qualcuno, un compagno del Chelsea: «Se assomiglia a Kanté? Per caratteristiche sì: hanno entrambi potenza fisica, corrono per tutti e per 120', sanno coprire il campo. Ammetto che lì nel mezzo mi aiutano tanto nel recuperare palloni. Credo che davvero Nicolò somigli molto a Kanté».

Ultime parole per Christian Eriksen. Una storia che anche in casa Italia ha fatto il pieno di emozioni. A colpire anche la partecipazione dei compagni, con gli altri giocatori danesi che hanno fatto scudo all'attaccante dell'Inter. «Il caso Eriksen e il gesto di Kjaer? Noi calciatori siamo al centro dello spettacolo ma il calcio va oltre, non si limita a quel che accade in campo: penso alla passione dei tifosi e a chi lavora tanto dietro le quinte per aiutarci. Quanto accaduto sabato è stato veramente toccante, forte, l'ho sentito molto: in quel momento ho pensato ai compagni di Eriksen, ai tifosi, a sua moglie che stava lì. A nome di tutti noi faccio un grosso in bocca al lupo a Christian e alla sua famiglia. Gli dico di essere forte». 

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Il Mattino