OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Sul tetto d'Europa per rimanerci. Dal Chelsea all'Italia il passo non è breve ma si può fare. Le due squadre hanno una cosa, anzi un uomo, in comune: Jorginho, diventato uno dei più forti centrocampisti europei. Con fortissimi legami con Napoli, dove con Sarri ha trovato la sua dimensione europea: dopo un'Europa League, in bacheca l'ex azzurro ha aggiunto, lo scorso 29 maggio, la Champions, battendo in finale il Manchester City di Guardiola.
Ma questa è storia nota. C'è poi quella ancora da scrivere. Un altro capitolo da aggiungere alla favola del brasiliano naturalizzato italiano. Jorginho sa che alla base di tutto ci sono le motivazioni. E vincere aiuta a vincere. «Dopo aver vinto la Champions porto qui ancora più fame di vincere, è stato bello e vorrei rivivere quelle emozioni con la Nazionale». Dai Blues agli azzurri, ma il leit motiv è lo stesso. «Questo gruppo somiglia a quello del Chelsea, è fantastico, tutti dai più esperti ai più giovani hanno voglia di fare qualcosa di importante».
Jorginho è con i compagni nel ritiro azzurro di Coverciano. L'atmosfera attorno all'Italia di Mancini, dopo il 3-0 alla Turchia, sa di festa. «Se c'è troppa euforia? - aggiusta il tiro l'italo-brasiliano - Vincere è bello e dobbiamo gioirne, i festeggiamenti dopo il successo sulla Turchia non mi sono parsi eccessivi. L'Europeo è una competizione difficile e ne siamo consapevoli, questa Italia non perderà mai l'umiltà e la fame di vincere. Lavoriamo tanto per arrivare al successo e quando lo otteniamo è giusto festeggiare ben sapendo che il prossimo ostacolo sarà più difficile e quelli dopo ancora di più».
Intanto si sta avvicinando il rientro di Marco Verratti, compagno di reparto di Jorginho: «Marco può darci tantissimo a livello di qualità e personalità - sottolinea - Speriamo e non vediamo l'ora di riaverlo perché può aiutarci davvero molto».
Verratti porterà in dote esperienza internazionale.
Mercoledì, ore 21, si torna a giocare contro la Svizzera.«Chi scende in campo sa di rappresentare sempre il Paese. In questa Nazionale - contnua il centrocampista - abbiamo tanti ragazzi di qualità». Fra questi Nicolò Barella. Che a Jorginho ricorda qualcuno, un compagno del Chelsea: «Se assomiglia a Kanté? Per caratteristiche sì: hanno entrambi potenza fisica, corrono per tutti e per 120', sanno coprire il campo. Ammetto che lì nel mezzo mi aiutano tanto nel recuperare palloni. Credo che davvero Nicolò somigli molto a Kanté».
Ultime parole per Christian Eriksen. Una storia che anche in casa Italia ha fatto il pieno di emozioni. A colpire anche la partecipazione dei compagni, con gli altri giocatori danesi che hanno fatto scudo all'attaccante dell'Inter. «Il caso Eriksen e il gesto di Kjaer? Noi calciatori siamo al centro dello spettacolo ma il calcio va oltre, non si limita a quel che accade in campo: penso alla passione dei tifosi e a chi lavora tanto dietro le quinte per aiutarci. Quanto accaduto sabato è stato veramente toccante, forte, l'ho sentito molto: in quel momento ho pensato ai compagni di Eriksen, ai tifosi, a sua moglie che stava lì. A nome di tutti noi faccio un grosso in bocca al lupo a Christian e alla sua famiglia. Gli dico di essere forte».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino