Lobotka, dal posto in soffitta al ruolo di leader azzurro

Lobotka, dal posto in soffitta al ruolo di leader azzurro
Domenica pomeriggio sulla tribunetta del campo di Carciato, dove si allenano gli azzurri in vista della nuova stagione, vi è stata un'ovazione quando in campo è...

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Domenica pomeriggio sulla tribunetta del campo di Carciato, dove si allenano gli azzurri in vista della nuova stagione, vi è stata un'ovazione quando in campo è apparso Lobotka. Spalletti lo ha abbracciato e gli ha stampato un bacio sulla fronte. E' stato il riconoscimento del suo ruolo di (silenzioso) leader del centrocampo e dunque della squadra, perché, come ci ricordava il vecchio maestro Vujadin Boskov, «come gioca centrocampo così gioca squadra».

Un anno fa Lobotka, dopo essersi presentato a Dimaro in perfetta forma fisica, conquistò Spalletti perché mise intensità negli allenamenti e fu tra i migliori nelle partite precampionato. Fece emergere la qualità che aveva colpito nell'inverno 2019 il direttore sportivo Giuntoli. Né lui né i suoi agenti avevano trascorso l'estate a chiedere la cessione. Lo slovacco, dopo i mesi difficili vissuti con Gattuso, aveva deciso di restare a Napoli e tentare di convincere il nuovo allenatore. E vi è riuscito. Ha giocato sempre da titolare e non risulta che abbia bussato alla porta di Castel Volturno per chiedere un aumento di stipendio o per segnalare offerte di altri club. Anche così si è leader e sono questi i calciatori più apprezzati dagli allenatori.

Ad esempio, bene ha fatto Spalletti a sottolineare la piena disponibilità a giocare in qualsiasi ruolo da parte del giovane Gaetano, rientrato nella rosa del Napoli dopo aver vinto il campionato con la Cremonese. Scontato, direte voi. Non sempre lo è perché spesso il cosiddetto entourage fa pressioni sul calciatore assistito. Invece Gaetano, con l'entusiasmo e la determinazione dei suoi 22 anni (e l'amore per  la maglia azzurra), è pronto a tutto pur di conquistarsi un posto al sole, come unico napoletano del Napoli.

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Il Mattino