Luci a San Siro: la Salernitana all'assalto dei campioni d'Italia

Luci a San Siro: la Salernitana all'assalto dei campioni d'Italia
Bonazzoli è la tentazione, Verdi è l'obbligo, Djuric la necessità, Mazzocchi la certezza, insieme a Lassana Coulibaly. La storiella che tutti i giocatori...

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Bonazzoli è la tentazione, Verdi è l'obbligo, Djuric la necessità, Mazzocchi la certezza, insieme a Lassana Coulibaly. La storiella che tutti i giocatori siano uguali è una favola che non regge neppure se la raccontano ai bambini, a maggior ragione contro l'Inter appannata (non vince da 4 gare) ma pur sempre forte, famelica, campione d'Italia. Intorno a questi cinque giocatori la Salernitana aveva avviato la ricostruzione targata Nicola, ma resta un brivido, un dubbio, una vertigine.


La tentazione, appunto, si chiama Bonazzoli: se sta bene, va a bersaglio. Si era fermato, però, nella sua età dell'oro: tre su tre (contro Napoli, Genoa e Milan, aveva saltato lo Spezia), poi Nicola l'ha perso sul più bello. Anzi, smarrito, perché l'ha già ritrovato: un salto all'Isokinetic di Bologna è servito a tranquillizzare il giocatore, non c'è lesione ma lieve edema. Quindi Bonazzoli ha svolto di buona lena la rifinitura, al termine della quale l'allenatore ha sentenziato: «Se sarà al top, avrà anche possibilità di partire da primo minuto come i suoi compagni. L'importante è proporre una squadra che stia bene. In questo momento non è omogeneo lo stato di forma per tutti, ma questo non significa che chi non è al top non possa giocare: dovrà dare al massimo per i minuti d'impiego, che potranno essere 45, 60». Disporre di una seconda punta-stoccatore significa non solo essere più pericolosi ma anche variegati nel modo di offendere: Djuric deve essere servito sulla figura, cioè palla addosso, nutrito con i cross, può fare la sponda. Per chi? Mousset si propone, Perotti è un'alternativa legata ancora al minutaggio e i numeri, inoltre, dicono che Bonazzoli ha fatto gol giocando sempre dal primo minuto.

Una notte per pensarci (il resto è deciso, cioè Ederson e Kastanos, Verdi davanti a Ranieri, stessa difesa di Salernitana-Bologna) il ballottaggio resta, ma Federico ci tiene a giocare, smania, le motivazioni a mille sono una leva importante che lo spinge ad uscire dall'ovatta ed a procedere a passo spedito verso il campo: vuole dimostrare all'Inter che non si era sbagliata sul proprio conto, quando lo fece debuttare neppure 17enne. Il resto è già inquadrato: Nicola in conferenza ha parlato di identità, di zero alternative. «Io ci credo - ha detto - e credo che la Salernitana ha il vantaggio di non avere alternative». La Salernitana infatti può solo rincorrere, solo aggredire, prendendosi anche il rischio dell'uno contro uno. Sospesa tra due eventi monstre il derby con il Milan pareggiato a fatica dall'Inter e la speranza di un'impresa ad Anfield contro il Liverpool per ribaltare l'inerzia della qualificazione e il destino della propria corsa Champions la sfida alla Salernitana suona come gara insidiosa, esame per tutti, compreso «Inzaghino». Adesso Zanetti è in tribuna, fa parte degli Stati Generali nerazzurri: quando ventitré anni fa trafisse Balli allo scadere e la Salernitana schiumava rabbia per un torto arbitrale, il presidente dell'epoca, Moratti, ebbe il coraggio di esonerare Simoni pur avendo vinto. Lo punì per la prestazione, perché non scaldava i cuori di tifosi esigenti, in primis il proprio.

Adesso è un'altra storia, un'altra scena, ma l'Inter deve e vuole vincere e la Salernitana può e deve pressarla, farla spazientire, ha le qualità per farlo. L'impresa è titanica e solo pensare di centrarla emoziona, carica a palla la Bersagliera: per una volta, anzi pure stavolta ed a maggior ragione stavolta, sarebbe bello centrarla per rimpolpare la classifica e anche per i colori, per il vessillo, per la storia, perché stasera al Meazza in San Siro sarà la centesima partita della Salernitana in A. Ribéry non ci sarà. A conforto dei nostalgici ed a sostegno degli scettici degli ultimi tempi c'è la statistica: con il capitano in campo, vittoria solo a Venezia.



E a proposito di Franck automobilista ma anche Franck personaggio pubblico, che deve stare davanti al gruppo e dare l'esempio, ecco la disamina di Nicola sul caso della settimana, l'incidente stradale dopo una festa privata ed alle 3.30: «Non c'è stato nessun caso. A me interessa solo che Franck stia bene, è la cosa più importante. Quanto alla cena, sono io che chiedo ai miei giocatori di farlo perché è necessario creare occasioni di aggregazione fuori dal campo. Il problema, l'errore è stato l'orario di rientro. Per questo verranno multati i calciatori, ma non hanno fatto nulla di grave rispetto a quel che chiedo. Anzi, la prossima settimana chiederò loro di fare un'altra serata insieme, però se rientreranno ancora a quell'orario allora vorrà dire che c'è qualcosa che non va. La prima volta posso comprenderlo, ma il caso è chiuso: vedo come stanno in campo e come stanno insieme».
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Il Mattino