C’è un importante confine tra critica e diffamazione e lo ha rimarcato nella sentenza del 14 settembre scorso il gup del Tribunale di Cassino, Salvatore Scalera,...
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«Questo serva da insegnamento a chi vuole accusare le persone senza avere le prove. Saluto Napoli. I miei rispetti a tutta l'Italia. Perché tutta l'Italia calcistica e non calcistica si merita altre cose. Io so quello che stanno passando gli italiani. Per questo voglio che l'Italia torni ad essere grande come è stata sempre». Così Diego Armando Maradona stamattina al Gr1-Radio1 Rai.
Il giudice Scalera richiama specificamente, tra l’altro, «l’orientamento della Suprema Corte secondo cui al diritto di critica giudiziaria si debba riconoscere ampia latitudine, posto che in democrazia, a maggiori poteri, corrispondono maggiori responsabilità e l’assoggettamento al controllo da parte dei cittadini, esercitabile anche e proprio attraverso il diritto di critica (Cassazione Sezione. 5, numero 11662 del 6 febbraio 2007)». Per il gup, i «termini aspri utilizzati e le critiche mosse all’operato delle parti offese (Equitalia e Befera, ndr) rappresentano null’altro che un’elaborazione critica della vicenda giudiziaria tributaria che ha visto effettivamente coinvolto l’imputato Maradona e le difese del suo avvocato». Il gup respinge con fermezza l’ipotesi accusatoria anche nella parte il cui il pm pretenderebbe che la presunta – e inesistente – diffamazione fosse stata resa da Maradona per interposta persona, cioè a mezzo del suo avvocato Pisani: il giudice Scalera la definisce quanto meno «singolare in punto di diritto». In calce alla sentenza, sulla base dell’articolo 425 cpp, si dichiara dunque il «non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato».
«Il provvedimento del giudice Scalera - è il commento dell’avvocato Pisani - rappresenta un precedente rilevante per il ripristino, nel nostro Paese, della libertà del diritto di difesa e di espressione come del diritto di stampa, diritti fondamentali troppe volte repressi anche a vantaggio dei poteri forti, in questi ultimi anni». A quasi trent’anni dalla querelle tra Diego e l’Erario, iniziata nel 1989, il legale napoletano annuncia un libro, scritto da lui e dal suo celebre assistito, sulla vicenda. Titolo: «L’avvocato de Dios: Maradona l’innocente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino