Maradona el tango infinito, una maratona per Diego sul Mattino.it

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Una data, quella del primo scudetto del 1987, entrata nella storia della città. La più bella delle favole che diventa realtà. Ma questo 10 maggio per i...

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Una data, quella del primo scudetto del 1987, entrata nella storia della città. La più bella delle favole che diventa realtà. Ma questo 10 maggio per i napoletani sarà diverso e speciale. Stavolta si aggiunge il magone della recente scomparsa del simbolo inarrivabile di quel miracolo, Diego Maradona. Un anniversario così toccante da far scattare in piedi anche un brianzolo come Andrea Parodi, 45 anni, cantautore e promoter di Cantù, amante dei Sud del mondo e fan sfegatato del D10S, che non appena ha saputo (dall'amico e concittadino Pino Sacripanti, coach del Napoli Basket), del santuario creato all'esterno dell'ex stadio San Paolo dopo la dipartita del Pibe, ha deciso che doveva celebrare quella data in un modo speciale, assieme a «Il Mattino», naturalmente. 

Ecco allora «El tango infinito», musica, immagini e parole per raccontare il più grande calciatore della storia. Un viaggio tra Napoli e Buenos Aires, tra sogni e rivoluzioni. Oltre 40 tra musicisti, cantanti, attori, scrittori, calciatori. Storie, aneddoti, canzoni. Tra l'arte presepiale dei fratelli Scuotto e i murales. Appuntamento per lunedì, 10 maggio appunto, alle 21, 150 minuti di durata, il tutto fruibile in streaming su www.ilmattino.it e sulla pagina Facebook del quotidiano. 

«Da cantautore sono innamorato della città, del calore del Sud Italia e della figura di Maradona. E nei miei territori della provincia di Como lotto da sempre per far passare certi valori e combattere certi pregiudizi», racconta Parodi: «Mi sono inventato 5 anni fa un festival, Storie di cortile, per dare voce a quei luoghi che al Centro e al Sud sono le stupende piazze vibranti di gente e qui da me invece sono rotatorie e parcheggi. Quindi ho pensato di portare nelle vecchie corti di paese, nei cortili delle cascine, musica e storytelling. Bloccato dalla pandemia ho pensato ad uno spin off virtuale che si chiude appunto il 10 maggio. Parlando di Diego non potevo che coinvolgere «Il Mattino», e per lui Federico Vacalebre, con il quale abbiamo organizzato artisticamente il tutto, con la complicità anche di Radio Popolare».

«Dentro El tango infinito c'è tutto, sogni, passione, rivoluzione, riscatto sociale», continua Parodi: «È un viaggio molto musicale, pieno di ricordi, aneddoti. Ci sono canzoni scritte apposta per questo spettacolo, collaborazioni artistiche nate per l'evento, come quella tra Sergio Maglietta dei Bisca e la pianista Emilia Zamuner, quelle tra i Gang e Daniele Sepe. Può sembrare un docufilm per le interviste con i vecchi compagni di Diego (Carnevale, Corradini, Renica) e con musicisti anche stranieri, come James Maddock, che da inglese racconta della mano de Dios e di quel mondiale vinto dall'Argentina contro la sua Inghilterra. Prima di cantare una canzone che si chiama proprio Maradona, scritta per questa occasione. Ma può sembrare anche un concertone, un Primo maggio verace. C'è Oyoshe che scandisce il suo rap newpolitano sul sound di Live is life, mentre el Pibe si prepara alla gara contro il Bayern. Poetico e commovente, perché fa da colonna sonora a splendide immagini della città. C'è la statuina di Diego scugnizzo dei fratelli Scuotto, con il tema dell'incanto di Maradona, della sua purezza che torna. E poi Edoardo Bennato, Francesco Baccini, gli Stadio, Raiz, Alberto Fortis, Nello Daniele, Joe Barbieri, Dario Sansone, Ferruccio Spinetti, Valerio Jovine, Claudia Megrè, Diego Moreno, tutti dal vivo, appositamente per noi, tutti alle prese con brani maradoniani. E, ancora, i contributi di Jorit, Massimo Ranieri, Clementino, Maurizio De Giovanni, Alessandro Siani, Marisa Laurito, Patrizio Rispo, Sanja Lucic, Tony Laudadio e tantissimi altri. Il tutto messo assieme in un montaggio da Giulio Siciliano». 

Dal suo album appena uscito, «Andrea Parodi Zabala», il cantautore proporrà «È solo un fiore»: «Parla della bellezza e della vulnerabilità di un fiore, e Diego era un fiore, oltre che il calcio fatto persona, quel calcio che ci stanno portando via, fatto di fuoco, di passione. È arrivato ai piani più alti senza mai dimenticare da dove era venuto, conservando i bambini e i più deboli nel suo cuore. Io lo ricordo quello scudetto, seguivo il calcio da ragazzino ed ero ipnotizzato da Diego. Ma l'amore per lui è cresciuto nel tempo, andando oltre il calcio, pensando a quello scudetto, a quella meravigliosa battaglia di Davide contro Golia. Diego è nel mio olimpo, con Bob Dylan e De Andrè. Ma lui è più in alto di tutti».

Il primo 10 maggio senza Maradona: prepariamoci a «El tango infinito».

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Il Mattino