«Così lanciai Mertens in Nazionale, può essere ancora protagonista»

«Così lanciai Mertens in Nazionale, può essere ancora protagonista»
Se c'è un tecnico che ha conosce Dries Mertens fin da giovanissimo, questi è Georges Leekens, ex commissario tecnico del Belgio. ...

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Se c'è un tecnico che ha conosce Dries Mertens fin da giovanissimo, questi è Georges Leekens, ex commissario tecnico del Belgio.

Quando vive per la prima volta Mertens?
«Era nelle giovanili quando allenavo il Genk, ma era ancora molto piccolo. Poi l'ho ritrovato nel Belgio. Lo convocai per la prima volta quando giocava all'Utrecht, nonostante avesse un'importante concorrenza per essere titolare. Ma col tempo ha fatto progressi notevoli e oggi vanta una carriera fantastica».

Vide in lui qualcosa di particolare?
«Era la perfetta alternativa ad Hazard, visto che giocava sulla fascia e aveva un'eccellente tecnica e visione di gioco. Infatti lo feci debuttare contro la Finlandia facendolo entrare per Chadli, schierandolo dietro la punta. Dimostrò subito di avere la personalità giusta per far bene».

All'epoca era praticamente sconosciuto...
«Però ne avevo già notato le qualità di grande attaccante. Negli allenamenti, poi, segnava molto anche su punizione, e in generale come rifinitore mi sembrava ideale, solo che all'epoca Hazard era intoccabile».

Da ala è passato a essere un centravanti letale di livello internazionale
«Ha fatto dei progressi mostruosi. Da giovane era un dribblatore, poi si è adattato e ha compreso di dover diversificare il suo gioco. Per me in attacco può giocare ovunque, basti vedere che ha imparato a fare benissimo il centravanti, ruolo nel quale senza un fisico da corazziere devi occupare bene gli spazi e devi giocare senza pensare. E, soprattutto, lui sa giocare benissimo senza palla. È un valore aggiunto e ha un'intelligenza calcistica elevatissima».

A Napoli ormai è un idolo.
«Non sarà Maradona ma... parliamo comunque di un monumento! È un calciatore dalla piccola taglia ma dall'enorme rendimento. E non mi sorprende che sia tanto amato, è un ragazzo d'oro, al quale vogliono bene tutti. Anche in Belgio è uno dei più amati dai tifosi».

Cosa spera accada nel futuro di Mertens?
«Spero vivamente che rinnovi con il Napoli. Anche due anni fa la situazione era in bilico e poi si risolse in modo positivo. Dries ha dato e ricevuto molto a Napoli e può ancora essere protagonista. Ha solo 35 anni, non ha avuto infortuni gravi e si prende molto cura di sé».

Lo vede bene nel ruolo di dirigente?
«Per ora è ancora un calciatore. È vero che alcuni suoi ex compagni come Kompany e Vermaelen già stanno allenando, mentre lui in futuro sicuramente potrebbe essere un'ottima figura di raccordo tra la dirigenza e lo spogliatoio. Molto dipenderà dalla sua volontà. Ma per ora lasciamolo continuare a giocare, possibilmente con la maglia azzurra. Il Napoli è ormai parte di lui, e viceversa».

Poi, quest'anno c'è il suo ultimo mondiale.


«La generazione dorata del nostro paese merita di riscuotere finalmente un premio. E sogno un gol decisivo in finale proprio di Dries». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino