Mertens cerca rifugio a Capri: dov'è finito il vero Dries?

Mertens cerca rifugio a Capri: dov'è finito il vero Dries?
Si è messo subito alle spalle il pareggio condito dalla bruttissima prestazione contro il Cagliari. Dries Mertens ha provato a staccare la spina per 24 ore, dimenticare il...

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Si è messo subito alle spalle il pareggio condito dalla bruttissima prestazione contro il Cagliari. Dries Mertens ha provato a staccare la spina per 24 ore, dimenticare il calcio e dedicarsi ad altro. Ecco perché già nella serata di domenica si è trasferito a Capri dove ha trascorso la notte con sua moglie Kat e la loro inseparabile cagnolina Juliette. Il panorama dei Faraglioni per provare a dimenticare quel gol in pieno recupero di Nandez che rischia di far sfumare i sogni di Champions del Napoli. Nella tarda mattinata di ieri, in compagnia anche di Petagna e Fabian Ruiz, una bella gita sul monte Solaro (600 metri di altezza), raggiunto a bordo della seggiovia di Anacapri. Ad accoglierlo la padrona di casa, l'avvocato Francesca Coppi, prima della visita alla «Canzone del cielo» e al belvedere. Per concludere la mattinata la discesa a piedi nella Valle di Cetrella dove i turisti solitamente si fermano per ammirare il panorama sui due Golfi e consumare un pranzo al sacco. Il rientro in città è avvenuto solo in serata, giusto il tempo per farsi trovare pronti per l'allenamento di oggi. 

L'allenamento, certo. Perché il Mertens visto nelle ultime giornate (Torino e Cagliari) è apparso lontanissimo parente del killer infallibile d'area di rigore, capace di diventare in 7 anni il miglior marcatore nella storia del club azzurro. Quello ammirato ultimamente, infatti, è sembrata la brutta copia, una controfigura: sempre in ritardo sul pallone, mai in preciso in fase di finalizzazione. Insomma, tutto quello che non servirebbe al Napoli famelico di queste ultime giornate. A Gattuso, infatti, servirebbe l'attaccante spietato capace di mangiarsi le partite da solo, magari di chiuderle, quando l'avversario è moribondo ma non ancora al tappeto. Esattamente quello che è mancato domenica pomeriggio contro il Cagliari. Mertens ha preso il posto dell'acciaccato Osimhen (dopo i 3 punti di sutura alla testa il nigeriano sta già molto meglio) ma non è riuscito a incidere. Peggio, non è riuscito a dare una mano alla squadra in un momento di evidente necessità. Un bel problema, anche perché seppur giovane e aitante, ad Osimhen non si può chiedere sempre di dare il 200 per cento in ogni partita, dall'inizio alla fine. La staffetta, però, non sembra stare facendo benissimo a Mertens, che due volte su due è entrato in campo svogliato e totalmente privo di grinta. L'ultimo dei suoi 10 gol (9 in campionato ed uno in Europa League) stagionali è arrivato con la Lazio, ovvero anche nell'ultima gara in cui è stato schierato dal primo minuto da Gattuso. Poi i due passaggi a vuoto che certamente non sono passati inosservati da parte di Gattuso. 

L'allenatore dovrà cercare di ritrovare il miglior Mertens per questo finale di stagione, toccare le corde giuste e motivarlo. Cercare di fargli anche accettare questo ruolo da vice-Osimhen. Perché da quando Zielinski si è preso il posto di trequartista, Mertens è scivolato alle spalle del nigeriano nelle gerarchie della centravanti, e alle spalle del polacco in quelle di sottopunta. Non per questo, però, il contributo del belga sarà meno importante. Nella sua testa c'è anche la voglia decisa di arrivare al top della condizione per l'appuntamento di giugno e luglio dell'Europeo. Con il suo Belgio, infatti, Mertens rappresenta una delle squadre più accreditate alla vittoria finale e lui vuole essere al top per far parte della formazione titolare. Questo potrebbe rappresentare uno stimolo in più per riprendere a correre come ai tempi d'oro e soprattutto ritrovare quel feeling con il gol che in questi anni lo ha resto insostituibile nel Napoli. 

(ha collaborato Annamaria Boniello) 

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Il Mattino