Napoli, De Laurentiis a Castel Volturno: «Nessuno sotto accusa ma che succede?»

Napoli, De Laurentiis a Castel Volturno: «Nessuno sotto accusa ma che succede?»
Non è stato come il giuramento della Pallacorda ma solo un discorso nell'ufficio del presidente, anche se a suo modo si è trattato di un piccolo evento da...

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Non è stato come il giuramento della Pallacorda ma solo un discorso nell'ufficio del presidente, anche se a suo modo si è trattato di un piccolo evento da ricordare. Perché per la prima volta in questa stagione Aurelio De Laurentiis, intorno alle 11 della mattina di ieri, è piombato come annunciato a Castel Volturno e ha radunato gli stati generali del suo Napoli (Spalletti, staff tecnico e quello medico, oltre al figlio Edoardo e ai dirigenti) nel centro tecnico per cominciare a mettere uno al fianco all'altro le varie componenti e avere delle risposte a queste frenata di aprile. Un discorso breve. «Eravamo un treno fino a poche settimane fa, che cosa ci sta succedendo adesso?», il senso delle parole presidenziale. Non va alla ricerca di colpevoli, ma è questo solo un modo - il suo - per aiutare a ritrovare la dritta via smarrita. Il patron ha scelto questa linea per dimenticare Empoli ma anche la gestione del dopo Empoli, tra ritiri annunciati e provvidenziale marcia indietro. «Se ritroviamo compattezza ci toglieremo le soddisfazioni tutti insieme e raggiungeremo la meta», la sintesi del pensiero del patron. De Laurentiis è venuto a Castel Volturno da solo ed è rimasto a seguire con attenzione tutto l'allenamento, compreso il lavoro in palestra e poi il torello e la partitina. Uno spettatore particolare, insomma, per il Napoli. Poi è andato via, attorno alle 12,30. La sera, nello spettacolare hotel di Pozzuoli che sorge al fianco dell'Accademia Aeronautica, ha partecipato alla cena terapeutica da lui voluta e in cui il patron ha affrontato i calciatori, invitandoli a conquistare velocemente i pochi punti necessari a raggiungere la qualificazione Champions.

È stato a lungo a colloquio con Spalletti, in un clima di grande serenità, anche in serata. Luciano ha lasciato il centro tecnico attorno alle 17,30 ed è stato il primo ad arrivare al Grand Hotel Serapide, sulla collina della Solfatara, molto prima di tutta la squadra. De Laurentiis ha compreso che la scelta del ritiro avrebbe compromesso ancor di più la situazione. E saggiamente ha fatto marcia indietro, d'accordo con il suo tecnico, ammettendo di fatto l'esagerazione iniziale. Meglio stare assieme in qualche serata attorno a un tavolo che far passare un messaggio distorto, ovvero di un ritiro dal carattere punitivo. Ieri sera e poi domani sera le cene previste. E in questa ottica il primo faccia a faccia è stato a casa di Mertens, a Palazzo Donn'Anna, a metà pomeriggio. D'altronde, la classifica dice che la stagione del Napoli è positiva, nonostante la delusione per la bandiera bianca alzata così presto nella lotta per lo scudetto. Ma mai nessuno, nel Napoli, ha mai parlato di scudetto: e nel dare un giudizio aziendale alla stagione di Spalletti di questo si deve tener conto. Motivo per cui, De Laurentiis considera Spalletti la scelta giusta anche per il prossimo campionato e per affrontare l'estate dell'anno zero, quella dei cambiamenti della rosa e di qualche altro addio (oltre Insigne) della vecchia guardia.

De Laurentiis solo in serata ha parlato alla squadra. Non un interminabile discorso all'intero gruppo: si è avvicinato ai tavoli e si è messo a dialogare, con lui spesso anche Spalletti, con i vari calciatori, provando a capire cosa ha provocato questo cambio di faccia del Napoli. La squadra si è mostrata serena. Meno male che le tensioni post-Empoli sono state già messe da parte: perché nello spogliatoio ci sono state liti tra i calciatori che si sono rinfacciati le responsabilità della caduta. Nessun ritiro, dunque: tante chiacchiere, qualche risata (tenendo sempre in conto che ai calciatori, a prescindere, non piacciono né i ritiri né le serate aziendali), un menu leggero con i calciatori musulmani che hanno atteso il tramonto. Ovviamente la tavolata (in realtà i tavoli erano più di cinque) è servita anche ai calciatori per parlare tra di loro, magari anche per chiarirsi. De Laurentiis ha offerto incoraggiamento e grande serenità, ha spronato a dare tutto per la maglia in questo ultimo mese. E ha annunciato che resterà a seguire gli allenamenti della squadra per tutta la settimana. Luciano Spalletti e i due suoi inseparabili fedelissimi, Domenichini e Baldini, da uomini ferocemente ancorati alle cose di campo, hanno ascoltato e lasciato terreno libero al presidente: se il numero uno della società ritiene di doversi muovere così, meglio non immischiarsi troppo nella faccenda. Spalletti vive questo momento pensando solo a quello che deve fare sabato, alla formazione con cui affrontare il Sassuolo e senza occuparsi di cose societarie. Se De Laurentiis ha preso certe decisioni l'ha fatto pensando al bene del suo Napoli. E quindi, da uomo-azienda ritiene che tutto debba essere accettato. Peraltro, De Laurentiis è convinto di tenere Spalletti anche il prossimo anno. Convintissimo. Non sono certo queste tre gare andate storte ad avergli fatto cambiare idea. E nei complimenti che De Laurentiis ha fatto al tecnico, nel riconoscimento dei suoi meriti per essere così vicini al traguardo della Champions, c'è il segnale di quello che succederà a fine anno. Ovvero, niente. Spalletti sarà ancora l'allenatore del Napoli, a meno che non sia lui ad avere delle perplessità. Che, però, non sembra avere. 

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Il Mattino