Ventinove anni fa un'altra impresa azzurra scosse il calcio e capovolse la geografia del campionato. Il Napoli andò a vincere in casa della Juventus, fu la posa della prima...
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Se la ricorda quella partita, vero Bianchi?
«E chi se la dimentica. A quei tempi dare tre gol ai bianconeri in casa loro equivaleva a una vera e propria impresa».
Un po' come è accaduto domenica sera a Milano.
«Match a senso unico, dominato dall'inizio alla fine. Che bello vedere il Napoli giocare in questa maniera. È stata un'altra partita da scrivere nella storia della società».
Ha colto qualche analogia a distanza di quasi trent'anni?
«Noi avevamo già preso consapevolezza della nostra forza, la vittoria sulla Juve ci fece capire che eravamo da scudetto. Questa squadra è stata appena partorita ma le vittorie su Lazio, Juventus e Milan ne hanno moltiplicato l'autostima. Possiamo dire che a Milano è nato il Napoli di Sarri. I nostri sono stati perfetti, sempre primi sulla palla, in costante dominio del gioco, mai in affanno in difesa».
La svolta è stata il passaggio al 4-3-3?
«I numeri non c'entrano. Il segreto è sotto gli occhi di tutti: giocatori giusti al posto giusto. La manovra è diventata spettacolare e semplice allo stesso momento. Non riduciamo il calcio a schemi e formule matematiche, è un gioco che rende e che diverte se interpretato in maniera naturale. La semplicità con cui Insigne e gli altri hanno messo sotto il Milan è stata sconvolgente».
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Il Mattino