Avete presente quando eravamo criaturi e ripetevamo insistentemente qualcosa di fastidioso a nostra madre e lei, pur di ricondurci alla ragione e alla sanità mentale,...
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Prima con Insigne che ha messo a segno uno dei suoi gol più belli, un gol alla Insigne, appunto, un tiro a giro che se da un lato ha convinto Ventura a non guardare mai più le partite del Napoli come si fa con le foto degli ex per non soffrire, dall'altro ha convinto il venturo ct della Nazionale che senza Lorenzo non si cantano messe. Poi Zielinski, che liberato probabilmente dal timore reverenziale di Marek in campo, ha messo dentro la seggiata decisiva, quella che assieme a un Allan a dir poco indiavolato ha spinto la squadra a rimettere in piedi una partita che, diciamoci la verità, nel primo tempo era stata meno interessante di una lectio magistralis di Piero Angela sui batteri viventi nelle ascelle dei militari romani nel terzo secolo avanti Cristo. Infine lui, Mertens, che con un gol facile facile messo a segno semplicemente con la fronte ha detto a tutti «Io comunque sto qua eh, ove mai qualcuno avesse pensato che stavo ancora bloccato nel traffico per via della galleria chiusa a Piedigrotta». Insomma, una lezione di calcio e di vita allo stesso tempo: mai dare per spacciato un napoletano, mai. Soprattutto se ha la possibilità di smentirvi facendovi fare na granda figur e mmerd!
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Il Mattino