Scudetto per quattro, ecco perché il triplo assalto non spaventa Spalletti

Il Napoli ha interrotto la sua striscia di imbattibilità in campionato

L'urlo di Edin Dzeko
Tre vittorie e una sconfitta. Le prime quattro della classe hanno iniziato il 2023 con un cammino quasi netto. L'unico incidente di percorso è stato quello del Napoli...

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Tre vittorie e una sconfitta. Le prime quattro della classe hanno iniziato il 2023 con un cammino quasi netto. L'unico incidente di percorso è stato quello del Napoli che sul campo dell'Inter ha interrotto la sua striscia di imbattibilità che in campionato durava dall'inizio della stagione. Un ko che per certi versi rappresenta l'occasione giusta per riaprire le danze in vista della lotta scudetto, tanto più che a conquistare i tre punti è stata l'Inter, una delle dirette concorrenti per il titolo.

I neroazzurri, infatti, hanno risposto presente all'ultima chiamata utile per restare in corsa. Il gol di Dzeko è stato decisivo per restare aggrappati con le unghie e con i denti al treno scudetto, che diversamente sarebbe scappato via diventando quasi definitivamente imprendibile. E invece no, l'Inter c'è e con la vittoria di mercoledì sera lo ha ribadito a tutto il campionato.

Dal canto loro anche Milan e Juventus (impegnate qualche ora prima di Inter e Napoli) hanno mandato i loro segnali di fumo. I rossoneri hanno vinto di misura in casa della Salernitana, riducendo a 5 punti il gap dalla capolista, ma non hanno dato l'impressione di essere la macchina perfetta che un anno fa fu capace di recuperare sui cugini neroazzurri. Discorso simile anche per la Juventus che ha allungato la striscia di vittorie consecutive con l'1-0 in casa della Cremonese, ma non senza fatica, come dimostrato dai due gol subiti (e annullati) e dal palo centrato da Dessers. Ecco perché ad oggi il Napoli resta ancora la favorita, ma alle sue spalle qualcosa si muove. Per una maxi volata che caratterizzerà questo insolito 2023 con tante partite compresse e pochi giorni per recuperare le energie. 

 

Napoli, 41 punti 

Raspadori per dare più vivacità 

La sconfitta di Milano non passerà inosservata. Non tanto perché si trattava di uno scontro con una diretta pretendente al titolo, ma perché iniziare l'anno con un passo falso non era nei piani di Spalletti. Eppure non c'è tempo per ripensare, non c'è tempo per assimilare le scorie, perché domenica si torna in campo, a Genova contro la Sampdoria.
Luciano ha le idee chiare e non pensa minimamente a clamorosi ribaltoni. Non ha visto il miglior Napoli della stagione, certo, ma allo stesso tempo non è stato tutto da buttare. Perdere a Milano contro l'Inter era una possibilità che andava messa in conto e per tanto non sarà questa la goccia capace di far traboccare l'intero vaso. Restano i 5 punti di margine sul Milan (prima inseguitrice) e la consapevolezza di avere da qui alla fine un solo scontro diretto da giocare lontano dal Maradona (alla 12esima di ritorno ci sarà il secondo round con la Juve a Torino). Contro i bianconeri si gioca già la settimana prossima e quello sarà il vero test match per gli azzurri che dovranno dimostrare di essere tornati quelli del 2022. Per aggiungere qualcosa in più, e magari un pizzico di imprevedibilità alla manovra, Spalletti lavorerà sull'opzione Raspadori: il jolly offensivo che con la sua voglia e il suo senso per il gol potrebbe diventare l'arma letale per la volata scudetto del 2023. 

 

Milan, 36 punti 

Leao super ma attacco da rifondare

Chi ben comincia è a metà dell'opera. Se lo saranno detti i giocatori del Milan una volta rientrati nello spogliatoio dell'Arechi. Lo avranno fatto di sicuro dopo aver tirato un gran bel sospiro di sollievo, perché la vittoria sulla Salernitana non è stata certo una passeggiata di salute. E pensare che il solito brillantissimo Leao aveva messo in discesa una partita che minuto dopo minuto ha rischiato di diventare un'imprevedibile salitona. Ecco, i guizzi del portoghese (reduce da un Mondiale in sordina e con il rebus rinnovo ancora tutto da risolvere) sarà la vera chiave dell'annata rossonera. Tutto - o comunque moltissimo - dipenderà dalle sue giocate, visto che il peso offensivo del Milan è saldamente posato sulle spalle sue e del non più giovanissimo Giroud. Il rischio che corrono i rossoneri è proprio quello di arrivare a corto di munizioni nella volatona finale, quando però Pioli spera di ritrovare Ibra almeno a mezzo servizio. Senza il contributo dello svedese e con Origi oggetto misterioso approdato sul pianeta Milan in estate, l'attacco di Pioli rischia di ritrovarsi presto con le polveri bagnate. Nella prima settimana di febbraio ci sarà il derby: partita da dentro o fuori che potrà dire moltissimo. Aspettando anche il recupero di Maignan, che lo scorso anno ha messo saldamente le sue manone sullo scudetto. 

 

Juventus, 34 punti 

La difesa resta l'arma più efficace

Ci pensa ancora Milik a salvare la Juventus. La punizione decisiva nella trasferta di Cremona serve a portare a casa altri tre punti pesanti e a spazzare via la polvere da una prestazione che avrebbe avuto molto più di qualche difetto. 7 vittorie consecutive senza subire gol, a dimostrazione che il vero segreto di Allegri è la difesa, quella che storicamente sollecita con la teoria del «corto muso». D'altra parte i problemi veri della Juve sono in avanti, dove però adesso sì qualcosa si potrebbe iniziare a muovere. Innanzitutto perché si è rivisto in azione Chiesa, che con le sue giocate, le sue accelerazioni e i suoi guizzi dovrà riportare la luce in un reparto fin qui animato solo dai gol di Milik e poco altro. Nel calendario dei recuperi manca ancora la data giusta per rivedere Pogba, mentre i campioni del mondo Paredes e Di Maria scaldano i motori per tornare protagonisti quanto prima. Su tutti, ovviamente, manca l'apporto di Vlahovic ha ha riportato fino a oggi un rendimento troppo al di sotto delle aspettative, oltre che delle sue qualità. Appena 6 centri in campionato che non sono bastati a convincere il popolo bianconero sulla sua importanza in questa squadra. Venerdì prossimo a Napoli la prima sfida da dentro o fuori, quando si capirà se questa Juventus può davvero rientrare in corsa o se sarà costretta ad abdicare ancora. 

 

Inter, 33 punti 

Contropiede e voglia di non fallire

A pochi giorni dall'arrivo della Befana, l'Inter ha consegnato una bella calza di dolcetti a tutti i suoi tifosi. Non male come omaggio, visto che in caso di sconfitta o addirittura pareggio contro il Napoli, il carbone sarebbe stato assicurato: ma per i giocatori. I tre punti di mercoledì sera a San Siro rappresentano l'invito ufficiale all'Inter a partecipare (ancora) alla festa Scudetto. Ridurre il gap dal Napoli capolista era il minimo sindacale per sperare ancora in qualcosa di buono, ma da qui in avanti non saranno ammessi ulteriori passi falsi. Simone Inzaghi, però, dovrà correggere il tiro su almeno un paio di fronti. Innanzitutto l'attacco dove in questo momento sembra che tutto possa passare solo dai piedi (e dalla testa) di Dzeko, visto che Lautaro è ancora avvolto dai fumi della festa Mondiale e Lukaku si è trasformato nella versione moderna di Egidio Calloni: il bomber divenuto celebre più per i gol mangiati che per quelli segnati. E poi sarà importante il recupero di Brozovic, altrimenti Inzaghi dovrà provvedere alla clonazione del bionico Barella: il centrocampista che corre a tutto campo e non sbaglia un passaggio. L'altra buona notizia che arriva dalla gloriosa serata contro il Napoli è data dall'innesto prezioso di Onana, il portiere che con la sua parata su Raspadori ha blindato i tre punti. 

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Il Mattino