Serie A e non solo, grandi manovre in panchina: Conte dà il via al valzer degli allenatori

De Laurentiis chiama ma Spalletti guarda anche all'Europa

Luciano Spalletti
L'intento è stato quello di fermare le eventuali danze («Resta con noi») ma è chiaro che Spalletti e De Laurentiis dovranno incontrarsi alla fine di...

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L'intento è stato quello di fermare le eventuali danze («Resta con noi») ma è chiaro che Spalletti e De Laurentiis dovranno incontrarsi alla fine di questa stagione per la fumata bianca. Lucianone non ama il ballo ma è chiaro che il grande valzer delle panchine a cui vanno incontro l'Italia e il resto dell'Europa non lo lascia del tutto indifferente. E si parla degli scranni più ambiti, mica roba di secondo piano. Dal Real Madrid (se Ancelotti dovesse dire di sì alla panchina del Brasile) al Chelsea, dal Milan all'Inter e alla Juventus, dal Liverpool al Tottenham e al Manchester United, passando per il Psg. Insomma si annusa aria di grandi cambiamenti. Per l'Italia la notizia più succulenta riguarda cosa farà Luciano Spalletti che ha un altro anno di contratto (De Laurentiis eserciterà l'opzione di rinnovo a maggio per un altro anno, fino a giugno 2024) ma è chiaramente uno dei tecnici più corteggiati. Per via della grande bellezza, certo, ma anche dei grandi risultati. Basti pensare al percorso di Sarri nel 2018 (andò al Chelsea) dopo la stagione record dei 91 punti. Insomma, viva la serie A, patria di tecnici che fanno gol a tutti.

Il Bayern ha giocato di anticipo cacciando Julian Nagelsmann e prendendo Tuchel che nel 20/21 ha vinto la Champions. È il primo tassello sistemato. Ma ce ne sono in ballo un bel po': Pioli al Milan e Inzaghi all'Inter, nonostante i contratti, sono in bilico. Tutta colpa di Spalletti e del suo cammino che ha spazzato via ogni resistenza. Occhio alla Lazio: se Lotito conferma Tare, Sarri andrà via perché tra i due i rapporti sono inesistenti. In Italia potrebbe tornare Antonio Conte (ha rimediato un'altra liquidazione-record al Tottenham) anche perché a fine anno, comunque vadano i processi sportivi, Max Allegri e la Juventus si diranno addio. E Conte sembra il predestinato al ritorno, sempre che accetti di tagliarsi l'ingaggio e con Max i dirigenti bianconeri trovino un accordo economico. In Italia sono tre i nomi che sognano il grande salto in una big: Thiago Motta, Juric e Italiano. C'è il tecnico del Benfica, Roger Schmidt che sembra uno dei più corteggiati in assoluto anche dalla Premier, dove gli italiani da sempre piacciono, raccontano gli spifferi, sono interessati alle mosse di Spalletti. Insomma lo seguono con attenzione, cercando di capire cosa succederà. Cambierà panchina il solito Chelsea, con Graham Potter che potrebbe salvarsi solo in caso di vittoria della Champions. Cosa che appare assai fantascientifica. In ascesa c'è Roberto De Zerbi, che al Brighton ha stupito per la propria personalità ma uno dei candidati principali appare proprio Nagelsmann fresco di esonero. 

Il destino di Christophe Galtier sembra segnato, a prescindere che possa vincere la Ligue 1: al Psg è la volta buona per il ritorno di Zinedine Zidane. A meno che davvero non possa spuntare un outsider oppure la Roma non lasci partire Mourinho che sicuramente è allettato dall'interessamento di Al-Khelaifi. Tra Spagna e Inghilterra i movimenti sono numerosi. Carlo Ancelotti non nasconde la voglia di una nazionale come quella brasiliana che lo corteggia in maniera ormai plateale. Sempre in Liga, forse per la prima volta a giugno potrebbe anche decidere di cambiare aria Diego Simeone, fresco di record come numero di panchine da allenatore dell'Atletico Madrid, ma ormai certo di concludere la stagione con "zero tituli" in bacheca. Insomma, c'è un bel giro di affari. Con due che appaiono intoccabili: Xavi, sulla panchina del Barcellona e Mikel Arteta che sta guidando l'Arsenal verso il trionfo in Premier. Fresco di rinnovo fino al 2025, Pep Guardiola che guarda dopo questo valzer con occhi indifferenti. È a Manchester dal 2016. Non dovrebbe pagare dazio alla stagione incolore Jurgen Klopp: resterà al Liverpool nonostante il flop in Premier e in Champions. Ha un contratto di altri 3 anni. Troppi per mandarlo via. 

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Il Mattino