Sesa: «Ora la Spal, poi lo Zurigo Napoli sfida il mio passato»

Sesa: «Ora la Spal, poi lo Zurigo Napoli sfida il mio passato»
Nell'estate del 2000 un Napoli allo sbando spendeva 17 miliardi per aggiudicarsi uno dei volti più freschi della stagione precedente (14 gol con il Lecce). David Sesa,...

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Nell'estate del 2000 un Napoli allo sbando spendeva 17 miliardi per aggiudicarsi uno dei volti più freschi della stagione precedente (14 gol con il Lecce). David Sesa, però, non ha mai ripagato gli azzurri per l'esborso così ingente senza mai lasciare un segno tangibile del suo passaggio. Eppure è rimasto nel cuore dei tifosi. Per forza di cose, poi, questa è diventata anche la sua settimana. Facciamo ordine: domenica il Napoli vince a Cagliari con una punizione mancina di Milik, esattamente quella che doveva essere una delle specialità di Sesa; lunedì gli azzurri trovano lo Zurigo ai sedicesimi di Europa League, squadra con la quale Sesa ha fatto l'esordio tra i professionisti; sabato al San Paolo arriverà la Spal, Sesa vive a Ferrara e con gli spallini ha giocato fino al 2008.


Ma partiamo dalla fine: che partita si aspetta sabato al San Paolo?
«La Spal aveva iniziato bene la stagione con due vittorie, ma ultimamente sta facendo un po' più fatica. Il Napoli è ovviamente favorito ma ogni tanto ci sono delle sorprese».

Che impressione ha di Semplici?
«Ha dato un'impronta chiara alla squadra: ha un blocco solido».

E di Lazzari, che piace tanto al Napoli?
«Sta facendo molto bene. Credo sia l'uomo in più della Spal perché quasi tutti i gol partono dalla sua zona. È un giocatore dinamico e veloce. Deve migliorare negli ultimi 20 metri e nell'ultimo passaggio».

Lo vedrebbe bene in azzurro?
«Una cosa è giocare nella Spal, un'altra è giocare nel Napoli. Il ragazzo ha talento ed è da tenere d'occhio, ma forse dovrebbe fare prima uno step intermedio. Il Napoli è tra le più forti in Italia e non è facile ambientarsi subito».

Lei ne sa qualcosa.
«Napoli è una piazza particolare che mette pressione. Bisogna anche avere la fortuna di capitare negli anni gusti, altrimenti è difficile».

Ecco, lei cosa ricorda della sua parentesi?
«Per me sono stati quattro anni importanti a livello calcistico e umano. Ho imparato molto, ma non ho reso come mi aspettavo. Ero stato voluto da Zeman, poi lui fu esonerato dopo sei partite. In quegli anni non c'era una linea chiara e mancava la programmazione. Cosa che invece adesso c'è».

Contro il Cagliari Milik ha fatto un gol alla Sesa?
«Ha fatto un bellissimo gol. Io ho segnato troppo poco da fermo a Napoli per sentirmi chiamato in causa. Appena un gol su punizione in B contro il Modena e un altro in serie A contro l'Inter con deviazione di Seedorf».

E allora torniamo ancora più indietro, allo Zurigo: che squadra è?
«Un buon mix di giovani e giocatori di esperienza. Fanno un calcio dinamico e giocano a viso aperto. La loro filosofia è tutto incentra sul settore giovanile».

In che senso?
«Hanno tre o quattro elementi della formazione titolare che vengono dal settore giovanile e anche l'allenatore è stato fatto in casa. Magnin è stato preso nel 2014 e da quel momento ha allenato quasi tutte le squadre giovanili. Ora in prima squadra ha portato con sé parecchi ragazzi che sono cresciuti con lui come Domgjoni, Rohner e Ruegg».

Chi c'è da tenere d'occhio?

«Marchesano è un buon giocatore e anche Kololli non è male». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino