Spalletti e lo scudetto da vincere: «Come Guardiola, tiene alta la tensione»

«Con la Champions da giocarsi, non ci si può lasciar andare a festeggiamenti»

Luciano Spalletti al premio Bearzot
Una città spaccata in due. Da un lato una Napoli in festa, bella e azzurra come mai prima negli ultimi trent'anni. Dall'altro, però, c'è chi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Una città spaccata in due. Da un lato una Napoli in festa, bella e azzurra come mai prima negli ultimi trent'anni. Dall'altro, però, c'è chi ancora vola basso. Chi proprio non accetta quelle bandiere, gli striscioni, i balconi a festa che ormai sono accessorio di ogni quartiere. La verità dove sta? Forse da nessun lato. Ma Luciano Spalletti sa bene dove stare: l'allenatore del Napoli ci tiene a precisare che nulla è stato ancora vinto. Lo ha ripetuto anche venerdì in occasione del Premio Bearzot ricevuto al Maschio Angioino.

«Fa bene a ripeterlo, ma in fondo anche lui sa che è fatta». Le parole sono di Fulvio Collovati: «Spalletti sta facendo il Guardiola. Manda dei messaggi, ma in fondo pensa quello che pensano già tutti i tifosi» racconta l'ex difensore della Nazionale campione del mondo. «E come dargli torto? Sta facendo benissimo, i premi ricevuti lo confermano. Ma è uno stratega da sempre e anche nelle sue parole c'è strategia. Anche guardando alla Champions, dove si giocherà qualcosa di importantissimo. Io giro l'Italia e ovunque trovo tifosi napoletani che già sono pronti a stappare la bottiglia». Della stessa idea anche l'ex attaccante azzurro Stefan Schwoch: «Chi crede che lo scudetto non sia già del Napoli è un folle. Io Spalletti lo capisco e le sue parole me le aspetto, ma se mi fermo a pensare un attimo mi dico che non c'è alternativa allo scudetto» le sue parole. «Anche se il Napoli volesse fermarsi una o due volte, ma c'è una squadra che è in grado di stare al passo degli azzurri? C'è una squadra al loro livello? Il campionato fin qui ci ha detto di no. E ormai siamo ad aprile, mica a novembre. Il Napoli ha sbagliato solo in Coppa Italia. La squadra ha sempre dimostrato di seguire il suo allenatore». 

Ma c'è anche chi sposa la teoria di Spalletti, come Giuseppe Bruscolotti: «Non immaginerei un allenatore dire cose diverse da quelle che dice Spalletti. Fa bene a continuare su questa strada. E poi c'è la Champions: questo è un anno particolare e nelle annate particolari può succedere di tutto. Anche qualcosa di storico come il passaggio del turno in Europa. Se lanciasse un messaggio sbagliato, la squadra ne risentirebbe anche in coppa». C'è da raggiungere la matematica, nel frattempo: «E manca ancora un po'. Io, da napoletano, mi augurerei una vittoria matematica a Torino contro la Juventus. So che tutti vorrebbero fare festa in casa, ma quello sarebbe uno sfizio troppo grande, un treno che non passa troppe volte». Dalla sua parte anche Raffaele Carlino, l'altro numero uno del calcio in città, quello femminile: «Sono dalla parte di Spalletti, anche se dal canto mio c'è anche un po' di scaramanzia» il suo commento. «Lui fa il pompiere dal primo giorno, con i tifosi e con De Laurentiis. Ci ha mantenuto coi piedi per terra e ha fatto un capolavoro. Con la Champions da giocarsi, non ci si può lasciar andare a festeggiamenti».

L'indecisione dei tifosi è quella del comico Ciro Giustiniani: «Un giorno festeggio e quello dopo tocco ferro a ogni parola sullo scudetto» dice col sorriso. «Sono dalla parte dell'allenatore che si nasconde ancora un po', è il suo ruolo e il suo compito. Ma camminare per strada e vedere questo entusiasmo fa bene al cuore. È come quando non puoi ancora vedere la sposa a un matrimonio, sembra tutto un segreto: Spalletti è lo sposo e fa bene così, i tifosi, però, sono gli invitati e tra un po' possono anche brindare». 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino