Verona-Torino, pareggio spettacolo: Pazzini rimonta Mazzarri, finisce 3-3

Verona-Torino, pareggio spettacolo: Pazzini rimonta Mazzarri, finisce 3-3
Altro calo nel finale. Come contro la Fiorentina. Anzi, di più: sarebbe meglio definirlo tracollo, sia mentale che atletico. In venti minuti, il Torino di Mazzarri butta a...

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Altro calo nel finale. Come contro la Fiorentina. Anzi, di più: sarebbe meglio definirlo tracollo, sia mentale che atletico. In venti minuti, il Torino di Mazzarri butta a mare uno 0 a 3 fin lì quasi ineccepibile, e insolito vista la robustezza casalinga solitamente sciorinata dal Verona. Lo butta via (anche) perché crede d’essersi messo in tasca la terza vittoria filata. E pare proprio non ci sia peccato peggiore, di fronte all'Hellas di Juric, pallidissimo per oltre un’ora, che la presunzione. Dopo gli acuti su Genoa e Fiorentina, un pari che sa di sconfitta: se sperava in un salto di qualità, Mazzarri, se lo vede rimandato, perché i suoi arrivano stanchi al traguardo, la macchina che va in standby, e non sono bei segnali. Contro un Verona addormentato per un tempo, il Toro sarebbe per 60 minuti un’efficace macchina verticale, con Verdi e Berenguer pienamente connessi a Zaza (confermato dal 1’ con Belotti ad affiancarglisi a gara in corso) e la mediana, Rincon più Baselli, brava a far correre male, per una volta, Amrabat e soci. 


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Quello 0 a 3 del Torino nasceva, insomma, dalla scarsa lucidità dei padroni di casa contrapposta al buonissimo dettato granata: nel primo gol di Ansaldi, la capacità di contrapporre il giro palla alla pressione di quelli di Juric, nel secondo di Berenguer le fiammate che Mazzarri stesso chiede. Anche il Verona, fisicamente, non sta benissimo. S’era già notato a Bergamo, sette giorni fa, e la prima parte di questa partita lo dimostra: facendo poco turnover, Juric, col suo gioco tutto fuoco e pressing, ha chiesto fin qui molto ai suoi e la sosta (pur con la nota negativa di Amrabat, che salterà la Lazio per squalifica alla ripresa del campionato) casca a pennello. Va detto: mai, fin qui, una squadra era parsa dominante come il Toro, al Bentegodi. Poi, come detto, quel blackout. Tre reti in un quarto d’ora, per il Verona. Con Juric, al contrario di Mazzarri, ad azzeccare tutti i cambi: mentre di là si rivedeva Belotti, ecco Pazzini (primo gol stagionale), Verre, Stepinski (sbloccatosi anche lui), rimonta firmata da loro, pungiglioni di un Verona destatosi quando tutto pareva perso. In classifica, Toro a 21 punti, Hellas a 19: ride il Verona, finisce invece in castigo un Toro ancora lontanissimo dalla miglior versione di sé.


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Il Mattino