Un importate tassello avvicina il lancio dell'app Immuni, scelta dal governo italiano per il tracciamento del contagio da coronavirus e prevista per fine maggio. Apple e...
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E non mancano le voci critiche. «L'app non basta, manca la strategia delle 'tre T', ovvero »testare, tracciare e trattare«, spiega Stefano Ruffo direttore della Sissa di Trieste. »Abbiamo lavorato con le autorità sanitarie di tutto il mondo che decideranno come usare questa tecnologia«, affermano Apple e Google che dal 10 aprile hanno collaborato per creare una interfaccia (Api) che i governi integreranno sulle loro applicazioni »per farle funzionare meglio« su entrambi i loro sistemi operativi iOS e Android. La componente fondamentale di questa tecnologia è la notifica di esposizione al contagio che sarà »volontaria, anonima e rispettosa della privacy«. E userà il bluetooth a basso impatto sulla batteria dello smartphone che consentirà lo scambio di chiavi digitali tra i dispositivi, (quindi in anonimato) che sono venuti in contatto a distanza ravvicinata e per un certo lasso di tempo Gli utenti dovranno scegliere esplicitamente se attivare le notifiche di esposizione al contagio, così come sarà volontario l'inserimento di una diagnosi positiva. Le identità degli utenti non saranno note a nessuno, la corrispondenza delle notifiche di esposizione verrà eseguita solo sul dispositivo.
Infine, la tecnologia è stata consegnata da Apple e Google esclusivamente alle autorità sanitarie pubbliche ufficiali, sarà disattivata su base regionale quando non più necessaria.
Il Mattino