Le anime morte di Instagram si dissolvono a migliaia una dopo l'altra e il servizio di condivisione immagini più popolare del mondo perde 19 milioni di user nelle epiche 24...
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Le anime morte del web fanno fare tanti soldi: innanzitutto alle celeb (come amano definirsi) con un seguito sovrastimato rispetto alla loro popolarità. Ma rendono un pozzo di soldi anche a chi le produce a centinaia di migliaia per drogare non solo un mercato pubblicitario sempre più pervasivo, ma anche quello del consenso politico che un mercato non dovrebbe essere per definizione.
Non sono pochi gli enti ed i politici che si fanno il «ritocchino» alla lista dei follower comprando al mercato nero dei falsi user. E poi fanno la voce grossa spacciando le loro anime morte per voti, accreditando una specie di consultazione elettorale permanente che non esiste.
Instagram è un esempio illuminante. In quella che è stata definita Instagram rapture (l'estasi di Instagram), la stessa compagnia (proprietà di facebook) ha ripulito l'account principale del 30 per cento dei seguaci. Uno sviluppatore di software, Zach Allia, ha preso i cento account più popolari di Instagram ed ha stilato una classifica di chi perde più «anime». Primo Instagram, si è detto, secondo Justin Bieber, lo spirito guida delle ragazzine che, però, aveva un 15 per cento di adepti inesistenti.
E anche questo conta per personaggi che sono una ditta ed un marchio. Il record percentuale va all'account chiragchirag78 che perde il 99% degli user. Nella classifica dei purgati risulta che avrebbe solo 8 follower autentici.
Instagram non ha contestato i dati. Anzi. Ha assicurato che farà il possibile perchè «la gente abbia la percezione di essere seguita da persone vere». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino