Marte, gli astronauti israeliani simulano nel deserto del Negev la vita sul pianeta rosso

Se non siete astronauti e volete andare su Marte provate a recarvi nel deserto del Negev in Israele, dove una nuova ricerca “spaziale” sta simulando effetti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Se non siete astronauti e volete andare su Marte provate a recarvi nel deserto del Negev in Israele, dove una nuova ricerca “spaziale” sta simulando effetti e reazioni del pianeta rosso. E' iniziata ieri la missioneFake Mars”: nel deserto israeliano 6 astronauti rimarranno per tre settimane nel Negev, per simulare le condizioni su Marte e testare tute, droni, rover e l'interazione umana in spazi ristretti. Si tratta di 5 uomini e di una donna, e avranno contatti solo con il Forum spaziale austriaco, che fungerà da Mission Control, fino al 31 ottobre. Saranno autorizzati a lasciare la finta base della stazione spaziale nel cratere Ramon indossando abiti interi o in un rover.

La missione segue ad altre ricerche effettuate da Israele su quel territorio, proprio perché la conformazione geologica appare vicina a quel di Marte. Negli anni scorsi è stata realizzata una simulazione. In quel caso, sei scienziati hanno studiato e misurato radiazioni, gli effetti psicologici dell’isolamento, hanno cercato e testato vari campioni di suolo alla ricerca di segni di vita, si sono fatti insomma tutte quelle domande le cui risposte sono imprescindibili per la buona riuscita di una futura missione sul pianeta rosso.

Gli esperimenti hanno avuto luogo vicino a Mitzpe Ramon, luogo particolarmente arido e dalla conformazione geologica rosso-arancio, caratteristiche queste che lo rendono affine a Marte. Lo stesso dove ora è ripartita “Fake Mars”.

Durante la simulazione i cosiddetti “Ramonauti” si sono nutriti di cibo incapsulato, dormivano in alloggi confinati, e si muovevano sempre indossando l’attrezzatura spaziale. La missione israeliana è una delle numerose “spedizioni” su Marte che si svolgono in tutto il mondo, ma è stata la prima di molte missioni pianificate che si sono tenute all’interno del progetto D-MARS (Desert Mars Analog Ramon Station). Questo progetto, finanziato congiuntamente dall’Agenzia spaziale Israeliana e dal ministero israeliano per la Scienza, la tecnologia e lo spazio, ha lo scopo di contribuire alla ricerca per la pianificazione di una futura missione con equipaggio, ma soprattutto di rafforzare l’interesse pubblico alla materia. “D-Mars è per metà ricerca, per metà coinvolgimento esterno. Una parte importante di questo progetto è quella di suscitare interesse nel pubblico e coinvolgere gli studenti interessati allo spazio.

La manovra di avvicinamento al pianeta rosso, dunque, continua.

 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino