«Alloggi nuovi con muffa»: le nuove case popolari sono già vecchie

Gli inquilini: non c'è appartamento senza infiltrazioni

I garage allagati nelle case popolari
I garage allagati nelle case popolari
Venerdì 3 Marzo 2023, 09:57 - Ultimo agg. 4 Marzo, 09:20
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«Non c'è appartamento senza infiltrazioni, pareti mangiate dalla muffa, pavimenti saltati, garage inutilizzabili perché perennemente allagati. Questi non sono alloggi popolari, sono stalle».

Gli abitanti delle case popolari di via Luigi Imbimbo, alle spalle della mensa dei poveri della Caritas, guidano i consiglieri della Commissione Trasparenza in un tour tra gli orrori delle palazzine nuove in cui sono stati trasferiti nell'estate nel 2020. Che qualcosa nel completamento di quelle palazzine non sia andato per il verso giusto, lo si deduce già dall'esterno guardando all'area cantiere ancora allestita nella parte posteriore, alzando lo sguardo e notando intere file di mattoncini già lesionati e prossimi alla caduta, infissi bloccati alla meglio dopo che uno è caduto all'improvviso dal quinto piano, per fortuna senza colpire nessuno.

Ma è dentro appartamenti e portoni che il degrado appare in tutta evidenza. «Non voglio puntare il dito contro il Comune, ma è assurdo che nessuno si occupi di mettere a posto questi alloggi in cui siamo stati trasferiti di fretta e furia dai vecchi appartamenti di via Amatucci.

Certo quelli erano addirittura peggiori, ma siamo finiti dalla padella alla brace», racconta un'anziana signora. «Le infiltrazioni sono evidenti, quando piove l'acqua sgorga dalle mura di casa. Abbiamo fatto esposti su esposti ma non è cambiato nulla», grida un'altra donna.

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Oltre il danno la beffa. L'unico intervento tampone adottato è stato l'installazione di una pompa per raccogliere l'acqua piovana che rende impraticabili i garage. «Sa chi paga il consumo di energia elettrica della pompa? Noi inquilini», racconta un uomo che abita al quarto piano e che, insieme agli inquilini del quinto piano, quando piove deve attrezzare il pianerottolo di bacinelle per raccogliere la pioggia che cade direttamente dalla botola dei sottotetti.

A fotografare la situazione i consiglieri della Commissione Trasparenza, Ettore Iacovacci, Costantino Preziosi, Gennaro Cesa e Giovanna Cucciniello, nella seconda tappa del tour negli alloggi popolari di vecchia e nuova edilizia, iniziato a via Tedesco e che proseguirà in altre zone della città. «La situazione è drammatica e avremmo voluto che fossero qui anche tecnici e dirigenti comunali che, pur essendo stati convocati, non sono venuti - denuncia il capogruppo del La Svolta, Dino Preziosi - Ci sono mattoncini della facciata del palazzo già spaccati, l'intera struttura è fonte di penetrazione d'acqua e, di questo passo, il rischio che si stacchi qualcosa e finisca giù è altissimo. Nei piani più alti scorre letteralmente acqua dal tetto segno che, evidentemente, manca la coibentazione. C'è una caldaia che si rompe di continuo perché, probabilmente, sottodimensionata e lascia le persone senza acqua calda e senza riscaldamenti. In alcune abitazioni i pavimenti si stanno staccando, le serrande sono divelte perché malfunzionanti, e i garage sono perennemente allagati. Ma il sindaco pur di dire che aveva dato le case agli aventi diritto, le ha consegnate in questo stato. Non si capisce perché chi ha seguito i lavori non abbia prestato la necessaria attenzione prima di dare l'ok al trasferimento di decine di famiglie in appartamenti fatti male, qui come a via Tedesco».

Condizioni di invivibilità che il presidente della commissione, Ettore Iacovacci, si dice pronto a denunciare nelle sedi opportune: «Basta parlare con gli inquilini e guardare le loro case per capire che questi alloggi non sono in uno stato di abitabilità. Evidentemente di questo macello il Comune è consapevole, visto che i dirigenti non sono venuti a vedere. Neanche l'ascensore è sicuro, quando piove si riempie di acqua come dimostrano i verbali dei Vigili del Fuoco intervenuti più volte. È stato consegnato un cantiere, non case abitabili, perché bisognava fare la campagna elettorale per le regionali. Non stiamo facendo populismo. Andremo avanti per capire se tutti i lavori e le certificazioni rilasciate sono a norma di legge, se le ditte esecutrici hanno speso tutti i soldi ricevuti visto che i fabbricati non sono completi e, nel caso, denunceremo tutto a Corte dei Conti e autorità giudiziaria».
 

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