Avellino, addio Bankitalia:
in vendita la sede storica

Avellino, addio Bankitalia: in vendita la sede storica
di Gianluca Galasso
Sabato 2 Marzo 2019, 11:30
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In vendita l'edificio della Banca d'Italia di corso Vittorio Emanuele. Il fabbricato da qualche giorno è interessato da lavori di rifacimento della facciata, proprio nell'ottica di piazzarlo sul mercato. Gli interventi termineranno a maggio. Dalla fine di dicembre l'immobile non ospita più uffici. Il piano di razionalizzazione ha tagliato una serie di sedi territoriali, compresa quella irpina. Di qui, la decisione di promuovere la manifestazione d'interesse per l'acquisto dell'imponente palazzo che ormai è libero. I dipendenti sono stati in parte trasferiti tra Salerno e Napoli, mentre un'altra fetta ha raggiunto il traguardo della pensione. L'edificio al Corso può essere sfruttato per vari usi, secondo quanto illustrato dall'avviso della Banca d'Italia.
 
«Per quanto riguarda le unità presenti all'interno dello stabile è la descrizione che compare nella manifestazione -, occorre distinguere tra quelle istituzionali (uffici della banca) da quelle residenziali. Le unità istituzionali si articolano su due livelli interrati e tre fuori terra (piano terra, primo e secondo) con accesso principale da corso Vittorio Emanuele e accesso carraio da corso Europa. I vari livelli sono verticalmente connessi tramite due rampe di scale, una ubicata all'estremità ovest ed una all'estremità est dell'edificio, ed un impianto di ascensore, il cui servizio è però limitato ai soli piani fuori terra. Sono inoltre presenti, nel salone al piano terra, una ulteriore rampa di scale ed un montacarichi-montapersone per la comunicazione diretta tra il salone ed i locali di sicurezza immediatamente sottostanti.

La zona uffici con quella degli appartamenti non ha parti in comune. Le unità residenziali, infatti, sono accessibili tramite un portone ubicato su Vittorio Emanuele, del tutto distinto e separato dall'accesso ai locali istituzionali, e da qui tramite un atrio dove sono presenti una rampa di scale ed un ascensore a servizio di tutti i piani fuori terra dell'edificio, spiega Banca d'Italia. Si tratta di un edificio di pregio, articolato su due corpi di fabbrica, con 10 unità immobiliari: 4 a destinazione d'uso abitazioni di tipo civile, una d'uso istituto di credito, 3 da utilizzare come cantine, un'altra come locale tecnico. Infine, c'è quella dedicata alle attività sportive. Sul palazzo non esistono vincoli di tutela, perché non ha superato i 70 anni dalla sua edificazione, come previsto dalla legge in materia. La costruzione è stata completata nel 1964. Fu progettato nel 1962 dagli architetti Munari e De Gaetani nel 1962. Due anni più tardi terminarono i lavori di realizzazione dello stabile, che ha sempre rappresentato un punto di riferimento per la città capoluogo. Per anni il porticato è stato punto di ritrovo di giovani. Un altro simbolo che va via per Avellino e per l'Irpinia. Bisognerà ora vedere chi deciderà di acquistare l'immobile per intero o in parte. Le misure sono impressionanti: 4.301,00 metri quadrati di superficie lorda, 2.317,00 di superficie territoriale. La superficie commerciale totale è pari a 2.862,00 metri quadrati, così suddivisa: residenze 805,00, terziario 2.057,00. La Banca d'Italia, in attesa della vendita, ha inserito la proprietà avellinese tra quelle della Campania che rientrano nel piano di manutenzione straordinaria.

Saranno spesi 48mila euro per le opere relative alla ristrutturazione della facciata. Il palazzo al Corso non è l'unico messo sul mercato. La manifestazione d'interesse riguarda anche le ex sedi di Ascoli Piceno, Caserta, Grosseto, La Spezia, Ragusa e Trapani. La Banca prosegue nell'attività di dismissione degli immobili resisi disponibili a seguito del riassetto della rete periferica dell'istituto recita l'avviso - La dismissione dei cespiti avviene attraverso la valutazione delle manifestazioni d'interesse presentate direttamente alla banca. L'acquirente viene selezionato sulla base delle regole e dei valori di congruità fissati all'interno dell'istituto con la collaborazione di esperti indipendenti nonché tenendo conto delle informazioni acquisite sul soggetto interessato.
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