Fenestrelle devastato,
c'è la prima denuncia ad Avellino

Fenestrelle devastato, c'è la prima denuncia ad Avellino
di Flavio Coppola
Sabato 24 Aprile 2021, 08:26 - Ultimo agg. 15:10
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Lo scempio del «Fenestrelle» finisce in un dossier per la Procura. Il disastro delle sponde del fiume rase al suolo all'altezza della bretella che collega la periferia di San Tommaso al centro della città ha finalmente un responsabile. I carabinieri della Forestale, che avevano chiesto invano lumi al Comune di Avellino e al Genio Civile, coinvolgendo anche i vigili urbani, hanno individuato un privato. E ora annunciano l'ampliamento delle indagini alle diverse aree del corso d'acqua che, sebbene vincolate dal Piano urbanistico comunale, continuano ad essere martoriate da operazioni invasive private e dall'incuria pubblica. Furto, occupazione abusiva, violazione di vincoli paesaggistici e urbanistici, deturpamento di bellezze naturali. Questi i reati di cui è accusato l'uomo che è stato ritenuto responsabile di aver raso al suolo centinaia di alberi su un'area demaniale, insieme a tutto ciò che era vegetazione. La sponda ora si presenta devastata. Per di più, col disegno di una rudimentale strada in terra battuta che si inerpica proprio verso il Genio Civile.

Appurato che Comune e Soprintendenza non avevano rilasciato alcun parere, dunque lo scempio è stato pure abusivo, gli inquirenti ora sono pronti a sottoporre il caso alla Procura per allargare il raggio d'azione. L'inchiesta sembra già partita. I punti di devastazione, del resto, sono molteplici. Dall'altro lato della bretella, in direzione via Zigarelli, un'analoga operazione sul costone ha interessato un'area ancora più vasta. Ma il problema è anche e soprattutto politico. Ex amministratori, come Antonio Gengaro, e ambientalisti impegnati per la difesa del corso d'acqua, chiedono da tempo al Comune di Avellino una variante di salvaguardia nel Piano urbanistico per le colline e le sponde del «Fenestrelle».

Del resto, in una città sempre più inquinata, l'ulteriore paradosso è che le aree verdi a ridosso del fiume sono ormai prese d'assalto. La scorsa estate, l'amministrazione Festa fece radere al suolo centinaia e centinaia di piante lungo il tratto del fiume che attraversa Parco Santo Spirito. Emma Buondonno, assessore al ramo di Piazza del Popolo, non è però di questo avviso: «Non penso che sia necessaria una variante di salvaguardia, perché il Puc è vigente e va solo adeguato in termini di individuazione della parte strutturale e attuativa.

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Nel frattempo è ovvio che è necessario il controllo e la protezione del patrimonio ambientale. Ma non è la variane di salvaguardia che occorre, bisogna invece procedere alla redazione, al più presto, del piano del verde, che abbiamo già avviato e che in questo momento è una priorità». Buondonno, chiaramente, stigmatizza con forza ciò che è avvenuto sul «Fenestrelle»: «Un fatto molto negativo per la città, che dimostra come, sul verde, si agisce ancora con un approccio culturale errato e spesso con capitozzature estreme. Non si comprende chiosa - quanto sia importante l'equilibrio ecologico di una città che deve avere un'alternanza tra parti costruite e aree verdi o giardini». Quel che resta del Parco del Fenestrelle, progetto del compianto vicesindaco della città giardino, Antonio Di Nunno, dunque, anima un intenso dibattito sul futuro del capoluogo. Sul punto, ieri, si è fatto sentire anche l'intellettuale Ugo Santinelli, che ha chiamato in causa pure l'opposizione di Piazza del Popolo. «L'amministrazione e la maggioranza sembrano avere tutto l'interesse a favorire il privato piuttosto che il pubblico. - rileva - Ma nessuna delle opposizioni ha il coraggio di proporre una mozione con la necessaria variante di salvaguardia». Se non altro, le forze dell'ordine hanno finalmente acceso i loro riflettori sui risvolti penali di tanta devastazione. Anche il colonnello della Forestale, Fernando Sileo, esprime sulla vicenda un giudizio tranchant: «Quello che abbiamo visto è un lavoro scriteriato. Denudare così una superficie verde, oltretutto, comporta rischi seri idrogeologici». Come detto, la vicenda è solo la punta dell'iceberg. Sileo annuncia «controlli rigorosi su tutto l'alveo fluviale, perchè ha subito sin troppe aggressioni». «Chiederemo chiosa - il coinvolgimento del Comune e del Genio civile, perchè non possiamo tollerare abusi del genere». 

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