Avellino: mercato, il Tar ferma
il trasloco a Campo Genova

Avellino: mercato, il Tar ferma il trasloco a Campo Genova
di Flavio Coppola
Giovedì 27 Febbraio 2020, 09:32
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Il Tar sospende, Avellino resta ufficialmente senza un'area mercatale. Tanto tuonò che piovve. Il Tribunale amministrativo regionale della Campania, sezione distaccata di Salerno, ha accordato ai mercatali la sospensiva dell'ordinanza con cui, lo scorso 4 gennaio, il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, fermava il mercato bisettimanale presso il Piazzale degli Irpini, per spostarvi il terminal bus dell'Air.
Il provvedimento, insieme agli altri ad esso collegati, era stato impugnato da Confesercenti, attraverso il legale Ciro Aquino, e poi anche dall'Associazione nazionale degli Ambulanti. Ora il Tar prende atto, in particolare, del fatto che «a distanza di oltre un mese dal provvedimento, non sembra sia stata individuata alcuna idonea alternativa localizzazione» per il mercato. Ma soprattutto che «è palesemente inadatta quella prescelta di Campo Genova, ancora non convenientemente attrezzata, né munita dei necessari pareri sanitari di Asl e Arpac, anche stante la contestuale e persistente allocazione, nel sito, di un centro di raccolta di rifiuti urbani differenziati, senza l'apprestamento di misure adeguate a tutela della salute degli operatori interessati e dell'utenza».
La bocciatura dell'operato dell'amministrazione Festa, che nell'ordinanza aveva sostenuto che l'area fosse pronta ad ospitare il mercato, insomma, è solenne. I pareri di Asl e Arpac andavano incassati prima di emanare l'ordinanza, così come i problemi legati alla preesistenza dell'isola ecologica di IrpiniAmbiente andavano risolti per tempo. Per i giudici, dunque, «non è evidentemente possibile procrastinare sine die la prospettata delocalizzazione, seppure temporanea, dell'area mercatale e la presupposta scelta di un sito idoneo e attrezzato». Festa deve trovarne un altro. Il tutto, infatti, ha creato «un pregiudizio per gli operatori, di giorno in giorno aggravato e qualificabile di estrema gravità e urgenza, tenuto conto delle esigenze da essi manifestate». Ed ancora: «La soluzione adottata dall'amministrazione - prosegue il dispositivo - non è certamente risolutiva della questione, in ragione delle evidenziate criticità ambientali e sanitarie», mentre l'esecutività dell'ordinanza, per le ragioni esposte, sarebbe «foriera di pregiudizi per gli operatori e l'utenza».
Stroncate tutte le argomentazioni sulla base delle quali, finora, l'esecutivo di Piazza del Popolo aveva sostenuto che a Campo Genova si potesse lavorare, il Tar sospende l'ordinanza e ordina al Comune di Avellino, «di attrezzare e mettere a disposizione dei commercianti un'area idonea all'allocazione del mercato bisettimanale, previa acquisizione dei pareri sanitari e ambientali necessari». L'iter amministrativo è stato dunque errato. «In alternativa scrivono i giudici Festa dovrà «ripristinare lo status quo ante, contemperando le esigenze di tutte le parti coinvolte», anche autorizzando temporaneamente il mercato sullo Stadio in destinazione mista con il terminal dell'Air».
Il sindaco e l'amministrazione, a questo punto, dovranno attenersi all'ordine del Tribunale amministrativo «entro il prossimo 18 marzo», ovvero, «nelle more della trattazione dell'istanza cautelare in sede collegiale, e non oltre la data fissata per l'udienza».
Due, a questo punto, le soluzioni: riportare il mercato sullo Stadio, in una caotica convivenza con i pullman, o trovare l'alternativa, con tutti i pareri del caso, entro il 18. Se la prima soluzione è già stata esclusa dal sindaco, che ha rivelato come anche il Piazzale degli Irpini fosse privo del nulla osta Asl, la seconda, obbligata per l'inesistenza di altre zone, rischia di necessitare di ben più tempo. La sostanza, mentre esultano gli ambulanti e l'opposizione va all'attacco, è che Avellino, da ieri, ha perso ufficialmente il proprio appuntamento bisettimanale con il mercato. Ancorché a causa dell'errata procedura messa in campo dall'amministrazione. Almeno fino all'udienza nel merito del prossimo 18 marzo. La sospensiva, infatti, è stata concessa ai ricorrenti «inaudita altera parte». Cioè senza sentire il Comune.
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