Coppia intossicata con il botulino i tre indagati attendono i test dell'Iss

Proseguono gli accertamenti sulla morte di Gerardina Corsano

Gerardina Corsano
Gerardina Corsano
di Vincenzo Grasso
Lunedì 6 Novembre 2023, 08:36 - Ultimo agg. 8 Novembre, 15:19
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Non c'è ancora una decisione della Procura della Repubblica di Benevento circa il rilascio della salma ai familiari di Gerardina Corsano, la quarantaseienne di Ariano Irpino, deceduta il 31 ottobre scorso presso il pronto soccorso del nosocomio arianese, dove era stata ricoverata per ben due volte nell'arco di 48 ore, assieme al marito Angelo Meninno, per sospetta intossicazione alimentare provocata da botulino. Pur essendo stato già eseguito presso l'obitorio del S. Ottone Frangipane sul cadavere della donna l'esame autoptico da parte del collegio peritale composto dal medico legale Carmen Sementa, dal docente universitario di Medicina Legale Alessandro Santurro, e dal direttore dell'Unità Complessa di Malattie Infettive del Moscati di Avellino, Sebastiano Leone , nonché da altri periti nominati dalle parti.

Probabilmente il Sostituto Procuratore Maria Amalia Capitanio, prima di consentire il rilascio della salma per i funerali, intende ricavare qualche ulteriore elemento utile alle indagini dall'esame disposto presso l'Istituto Superiore di Sanità di Roma per questa mattina dei campioni prelevati presso la pizzeria dove il 28 ottobre i coniugi Corsano e Meninno avevano cenato.

In quella occasione Polizia di Stato, Nas Salerno e Asl di Avellino intervennero tempestivamente per acquisire eventuali prove a sostegno dell'ipotesi della presenza del botulino nell'olio con peperoncino, salumi conservati sott'olio e altri alimenti consumati dalla coppia. Questi reperti saranno attentamente esaminati per la determinazione di tossine botuliniche e di clostridi produttori di tossine botuliniche eventualmente presenti. Un esame che riguarda anche alcuni campioni organici presenti in Angelo Meninno, ancora ricoverato presso il Cotugno di Napoli. Insomma, diventa quasi fondamentale il responso dei tecnici dell'Istituto Superiore di Sanità. Anche perché si tratta di dare risposte ad un caso che, per il momento, vede iscritti nel registro degli indagati (atto dovuto) sia i gestori della pizzeria arianese (Pina Scaperrotta e Luigi Trancuccio) presso la quale cenarono i due coniugi e sia il medico dell'ospedale arianese che si occupò di loro in pronto soccorso. Tutto questo mentre i legali delle parti provano a far assumere all'indagine un orientamento ben preciso.

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Per l'avvocato Gerardo Giorgione, legale della famiglia Corsano, sono fondamentali gli accertamenti che riguardano non solo gli alimenti consumati in pizzeria, ma anche tutti gli altri passaggi relativi alla vicenda: il primo accesso in pronto soccorso, la diagnosi formulata, le terapie attivate e le cause vere del decesso.

Ma non solo. C'è da prendere nota(ed eventualmente controbattere ) circa la memoria difensiva presentata dall'avvocato Guerino Gazzella che difende i gestori della pizzeria arianese. Laddove, in effetti, si fa riferimento ad altri avventori presenti in pizzeria la sera del 28 ottobre scorso. In altri termini non va trascurato nulla.

L'avvocato Gazzella, inoltre, ha anche inviato alla Procura della Repubblica di Benevento una richiesta di dissequestro della pizzeria. Se l'Istituto Superiore di Sanità non dovesse riscontrare nei campioni alimentari sequestrati nulla di particolare, si potrebbe considerare acquisito all'indagine un elemento fondamentale a favore dei gestori del locale. Naturalmente anche il medico che prese in cura Gerardina Corsano punta ad uscire definitivamente dall'indagine. Le cartelle cliniche acquisite dalla Magistratura registrano il dramma consumato. Un dramma che quale non sarebbe stato possibile evitare, nonostante l'impegno di una intera equipe, per la concomitanza di più cause. Complicato salvare un paziente aggravatosi nell'arco di pochi minuti.
 

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