Ariano Irpino, botulino: dall'autopsia la verità sulla morte di Gerardina

Eseguito il primo esame sul cadavere della donna di 46 anni morta dopo una pizza

Gerardina Corsano
Gerardina Corsano
di Vincenzo Grasso
Domenica 5 Novembre 2023, 10:57 - Ultimo agg. 8 Novembre, 15:20
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Non poteva essere diversamente. Non filtrano indiscrezioni dopo l'autopsia effettuata sul cadavere di Gerardina Corsano, la donna di 46 anni venuta meno il 31 ottobre scorso presso l'ospedale di Ariano Irpino, dove era stata ricoverata, assieme al marito Angelo Meninno, a seguito di una presunta intossicazione alimentare causata da botulino probabilmente presente nell'olio con peperoncino utilizzato come condimento sulle pizze ordinate la sera del 28 ottobre scorso dai due coniugi.

L'esame autoptico, che si è volto presso l'obitorio dell'ospedale di Ariano Irpino ieri pomeriggio, è durato diverse ore.

Sulla salma sono stati prelevati diversi campioni organici che saranno esaminati nei prossimi giorni in appositi laboratori. Dunque, né i periti incaricati dalla Procura della Repubblica di Benevento (Carmen Sementa, medico legale del Moscati di Avellino, Alessandro Santurro, professore associato di Medicina Legale presso l'Università di Salerno e Sebastiano Leone, direttore Uomc Malattie Infettive presso il Moscati di Avellino), né quelli di parte ( Oto Macchione, Monica Di Fonzo e Pietro Antoio Ricci) si sono pronunciati. La cautela è d'obbligo. Si tratta di dare risposte a diversi quesiti.

D'altra parte, al Sostituto Procuratore Maria Amalia Capitano le relazioni sull'autopsia dovranno pervenire entro 90 giorni. Anche perché nel contempo bisogna prendere atto di un'altra indagine. Ovvero, dell'esame dei reperti prelevati da Polizia di Stato, Nas Salerno e Asl di Avellino presso la pizzeria di Ariano Irpino la sera del 31 ottobre scorso, dopo il decesso di Gerardina Corsano. In quella occasione furono prelevati i vasetti contenenti olio con peperoncino, salumi conservati sott'olio e altri alimenti. Questi reperti saranno, infatti, esaminati alla presenza anche di periti di parte presso il laboratorio dell'Istituto Superiore di Sanità a Roma domani alle ore 10,30. Si tratta di analisi particolarmente delicate per la determinazione di tossine botuliniche e di clostridi produttori di tossine botuliniche eventualmente presenti nei vari reperti.

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Un esame che riguarda anche i prelievi fatti sul marito della donna deceduta, ormai fuori pericolo, anche se tutt'ora ricoverato presso il Cotugno di Napoli. Per l'accertamento dei fatti ci vuole, dunque, ancora tempo. Nel frattempo emergono nuovi particolari sulla serata trascorsa in pizzeria la sera del 28 ottobre scorso da Gerardina Corsano e dal marito. I due erano in compagnia di altre due persone che non avrebbero accusato nelle ore successive alcun disturbo gastrointestinale. Ma c'è di più. Vengono fuori anche alcune dichiarazioni dei gestori della pizzeria, Pina Scaperrotta e Luigi Trancuccio. Secondo costoro quella sera sarebbero stati in tanti a frequentare il loro locale e a utilizzare olio con peperoncino per condimento sulle pizze o altre pietanze. Nessuno avrebbe segnalato episodi come i coniugi Corsano e Meninno. Una lista con i nomi di diversi avventori sarebbe stata consegnata agli inquirenti. Insomma, il botulino potrebbe non essere la causa della disgrazia. Bisogna indagare anche oltre. Anche per questa ragione il loro legale, l'avvocato Guerino Gazzella, oltre a depositare in Procura una memoria difensiva, ha anche sollecitato il dissequestro del locale. Sarebbe un elemento di chiarezza in questa delicata vicenda. Che, in definitiva, investe anche un medico che era presente nel pronto soccorso del Frangipane al momento dell'acceso dei coniugi probabilmente intossicati da sostanze alimentari. Di giustizia e non di vendetta parlano, invece, i familiari di Gerardina Corsano. Bisogna indagare su tutto, partendo, ovviamente, dalla cartelle cliniche.
 

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