Avellino, il «miracolo» di De Luca
è postdatato: palazzina ancora chiusa

Avellino, il «miracolo» di De Luca è postdatato: palazzina ancora chiusa
di Antonello Plati
Sabato 4 Aprile 2020, 09:18 - Ultimo agg. 10:02
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Nessun «miracolo», come sostiene il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Infatti, non è ancora operativa la palazzina Alpi del «Moscati» (che prima dell'emergenza era destinata all'attività libero professionale dei medici) dove sorgerà l'Unità Covid-19 con 52 posti letto, dei quali 30 di terapia intensiva e 22 di subintensiva. Infatti, per inaugurare ci vorrà almeno un'altra settimana.

I ventilatori polmonari a disposizione sono soltanto 9 (ne servirebbero una trentina) e il personale specializzato (rianimatori, infermieri e operatori sociosanitari) non è stato ancora reclutato. Dunque, seppure ieri, nel suo videomessaggio giornaliero, De Luca abbia dato per «ultimato il progetto» definendolo «uno dei miracoli registrati fino a questo momento», prima di venerdì prossimo nessun contagiato potrà essere assistito nella struttura che sorge affianco all'ingresso principale della città ospedaliera. A confermarlo, il direttore generale Renato Pizzuti che in un'intervista al «Mattino» ha sottolineato: «La Protezione civile ha inviato altri 3 ventilatori polmonari che saranno utilizzati per l'allestimento della palazzina Alpi: sono 9 quelli in dotazione, ma ne servirebbero una trentina per completare l'allestimento. Tuttavia, l'intenzione è quella di partire, anche se non a pieno ritmo, entro il 10 aprile».

Quindi si tratterà di un'apertura parziale in attesa che siano consegnate tutte le apparecchiature e siano fatti gli innesti di organico necessari a garantire le cure.

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Intanto, quella di ieri è stata una giornata, finalmente, tranquilla al pronto soccorso del «Moscati» dove non ci sono stati accessi di casi sospetti. Continua pure la gara di solidarietà con decine di donazioni da parte di privati cittadini e associazione che inviano alle diverse Unità operative dispositivi di sicurezza individuale (Dpi) che nonostante il recente rifornimento (10mila mascherina chirurgiche e 3mila con il filtro) scarseggiano sempre. In media, se ne utilizzano almeno 15 Dpi per reparto al giorno e più di 500 in un mese: l'auspicio è che i rifornimenti della Protezione civile siano regolari. E, sempre ieri, sono partiti i test rapidi sugli operatori sanitari. È attivo, infatti, il cosiddetto «Protocollo per la sorveglianza del personale sanitario» che prevede, appunto, la somministrazione a tappeto dei test rapidi a medici, infermieri e operatori sanitari anche non sintomatici. Sono 2mila quelli acquistati dal «Moscati» e saranno impiegati per monitorare le condizioni immunologiche degli operatori impegnati sia nei reparti Covid-19 sia in quelli no-Covid.
 


Altra buona nuova, la dimissione di un paziente guarito dall'infezione da coronavirus (è il secondo dall'inizio del contagio in Irpinia) e il trasferimento di altri 4 in via di guarigione presso la clinica «Santa Rita». Con questi, sale a 10 il numero dei Covid-19 trasferiti dal «Moscati» alla casa di cura di Atripalda. Si tratta, come detto, di soggetti in via di guarigione e quindi a basso livello infettivo, ma che ancora risultano positivi al tampone faringeo. Nelle prossime ore, altri degenti, nelle stesse condizioni cliniche, potrebbero essere dirottati nelle cliniche private della provincia che hanno sottoscritto l'accordo con la Regione, mettendo a disposizione complessivamente 200 posti letto (un centinaio per contagiati e altrettanti per quelli con altre patologie che pure potrebbero essere trasferiti per liberare posti nei reparti).

Oltre alla «Santa Rita» (che ha messo a disposizione 10 posti letto per pazienti ancora positivi e 50 per pazienti clinicamente guariti) anche Villa Maria di Mirabella Eclano s'è resa disponibile per i Covid-19 con 32 posti letto (ne ospita già 12 i Covid-19, ma provenienti dal Frangipane di Ariano Irpino).
In campo, ci sono anche la clinica «Malzoni» e la «Villa Esther» di Avellino e la clinica «Montevergine» di Mercogliano, che hanno dato però disponibilità per ricoveri di pazienti con altre patologie che pure potrebbero essere necessari per liberare spazio nei reparti Covid-19. 

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