De Luca ai nuovi autisti dell'Air: «Non devono ringraziare nessuno»

Programmato l'acquisto di 1500 bus e 150 treni nuovi

De Luca ai nuovi autisti dell'Air: «Non devono ringraziare nessuno»
di Gianni Colucci
Giovedì 29 Dicembre 2022, 09:21
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«Non dovete ringraziare nessuno, finite le porcherie clientelari»; «Non vi siete dovuti inginocchiare al potente di turno»; «Alzi la mano chi può dire che qui ci sia stata una raccomandazione». È il De Luca paternalista di sempre («Qui ci sono i figli di povere famiglie che hanno finalmente un lavoro, che possono farsi una famiglia e accendere un mutuo per comprasi una casa. Questa cosa qui, avere un lavoro, vi cambia la vita»). Ai 100 nuovi autisti dell'Air tira le orecchie perché non hanno le mascherine («Fate i disinvolti?»), poi li esalta e ne fa strumento di un'altra sua «straordinaria» conquista: l'autostazione con 300 posti auto sotterranei, con centinaia di corse in partenza ogni mattina, con i negozi più belli, compreso McDonald's.

Difficile parlare con i ragazzi usciti dalla selezione. Quasi nessuno vuole dire la sua: «Sto andando a misurare la divisa», dice uno; un altro scappa via: «Debbo cominciare il mio turno alla guida». In fine un terzo: «Come ci sono arrivato? Facendo tanti sacrifici».

«Centinaia di nuove assunzioni di giovani di Avellino e Campania in un contesto di grande correttezza e trasparenza», dice De Luca, che si abbandona a un ricordo personale: «Mi ha spinto all'impegno politico l'immagine dei padri di famiglia costretti a piegare la testa ad un esponente politico per dare un lavoro ad figlio o ad una figlia.

Noi non obblighiamo nessuno a piegare a testa. Quelli che sono andati a lavorare all'Air hanno vinto un concorso, non hanno piegato la testa: potete domandare. E sono quasi tutti figli di povera gente».

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Ci sono laureati tra gli autisti che sono stati assunti, ci sono diplomati in discipline che non avevano niente a che fare con questa professione che hanno intrapreso. Spiegano dall'ufficio del personale Air che le domande, arrivate dalla Campania in special modo, erano di giovani che ovviamente hanno dovuto prendere la patente per la guida dei bus e si sono sottoposti ai test come ultima spiaggia. «Ma anche al recente concorso a Napoli per netturbini c'erano laureati tra i vincitori di concorso». dicono in azienda. Si tratta di giovani che vengono anche dalla famiglia degli ex autisti Air che dunque hanno seguito le orme dei padri, ma in generale la scelta del posto fisso - anche in una posizione difficile e di responsabilità come quella alla guida di un bestione di 14 metri, e non certo coperta d'oro (1.300-1.400 euro lo stipendio d'ingresso) -, nasce dalla necessità.

Il più giovane degli assunti di ieri è un autista di 27 anni, Cristian Perna. Nella tornata precedente di assunzioni tra luglio e dicembre hanno preso servizio anche quattro laureati, avvocati e ingegneri. Tra i requisiti, la patente per mezzi pesanti e il Cqc, l'attestato di qualificazione del conducente.
L'azienda ha circa 1400 dipendenti, l'incentivazione all'esodo (il pensionamento anticipato) ha consentito di far scorrere le graduatorie e assumere i 150 nuovi addetti. Altre 300 assunzioni nei prossimi anni.
De Luca spiega che in sei anni nel settore trasporti pubblici la Campania ha fatto passi da gigante. «Abbiano trovato una situazione drammatica: mezzi che erano vecchi di quaranta anni. Abbiamo fatto gare e investimenti che hanno consentito di rinnovare parco auto e parco treni». Il futuro tuttavia non è roseo: «Il governo trasferisce pochi fondi e la crisi energetica e la pandemia hanno modificato il panorama: ci sono meno ricavi dai biglietti e i costi del carburante sono aumentati a dismisura. Questo cambia un po' anche il futuro dell'Air». Da azienda locale è diventata di respiro regionale e deve assumersi le perdite di gestione.

De Luca spiega che l'Air era l'azienda messa meglio tra quelle a partecipazione regionale: «ma quando abbiamo dovuto fare l'incorporazione di aziende decotte come quella di Caserta Ctp o la Buono tourist abbiamo appesantito i suoi bilanci. Per non parlare del buco da 600 milioni dell'Eav. Abbiamo avuto bisogno dunque di appostare nuovi fondi, come abbiamo fatto con il Bilancio 2023, per evitare conti in rosso». Poi c'è il piano della gestione futura: «Abbiamo un programma di acquisto di 1500 bus e 150 treni nuovi e questo da respiro alle aziende produttrici di Avellino e Caserta che avrebbero dovuto chiudere senza le commesse anche dalla Regione (in realtà sul piazzale ci sono 8 nuovi bus della multinazionale Iveco e un manager si profonde in ringraziamenti). Nel tempo investimento da di 1,5 miliardi: il programma più vasto in Italia.Un fotografo ingombra la visuale, lo fa spostare: «Scusi, mi faccia guardare questi giovani».

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