Festa scivola sul Tribunale: mancano i numeri in aula

Festa scivola sul Tribunale: mancano i numeri in aula
di Flavio Coppola
Giovedì 29 Settembre 2022, 08:26
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La maggioranza resta senza i numeri e batte in ritirata al momento del voto sul futuro del Tribunale di Avellino.
Primo scivolone post-elettorale della compagine festiana. Fallisce il tentativo del sindaco di sfruttare l'ordine del giorno del capogruppo di La Svolta Dino Preziosi, contro l'accorpamento del Palazzo di Giustizia di Avellino con quello di Benevento, per dare forza al suo piano di delocalizzazione delle sedi giudiziarie, a Palazzo di Città ed al Convento di San Generoso. Invitato a relazionare in merito, Festa si pronuncia contro l'accorpamento, e soprattutto spiega le ragioni di fondo della sua strategia, chiedendo un voto unanime all'assise «anche per realizzare lo studio di fattibilità richiesto dall'Ordine degli avvocati».


Per la modifica dell'ordine del giorno, sarebbe stato necessario un accordo bipartisan. Che non c'è stato. Così, preso anche atto di non avere i 17 consiglieri minimi per tenere in piedi la seduta, il sindaco chiama la ritirata. Fatto singolare, ma non inedito, ai festiani si accoda pure la capogruppo leghista, Monica Spiezia, che è parte dell'opposizione. Assenti, in maggioranza, i consiglieri De Renzi, De Vito, D'Aliasi, Cucciniello, e Di Sapio. Uno in ogni gruppo, per un totale di sole 16 presenze.

Infruttuoso epilogo a parte, il dibattito era stato intenso.

Festa non si sottrae, mostrandosi senza dubbi: «La documentazione disponibile sul livello di sicurezza del Tribunale ci impone di non far finta di nulla. Le relazioni del 2002 e del 2017 dicono che l'edificio è a norma, ma solo secondo i criteri di quando è stato costruito. Nulla dicono su quelli di oggi». Il sindaco fa leva sul tema della sicurezza per sostenere l'urgenza della doppia delocalizzazione: Tribunale a Palazzo di Città, Giudice di Pace al Convento di San Generoso. «Servono subito 10.000 metri quadrati e qui ci sono - assicura - Inoltre, Palazzo di Città ha ospitato in passato 550 dipendenti e oggi sono 150. Per noi è una sede sovradimensionata e costosa, anche al punto di vista energetico. In più - tuona - oggi abbiamo la grande opportunità di demolire un edificio di Piazza D'Armi che deturpa il decoro cittadino, mostro di cemento dove starebbe bene il verde. È un'innovazione epocale rivendica dopo decenni di chiacchiere, anche dal punto di vista della mobilità e della delocalizzazione dei servizi». Si può fare sostiene - «in 8- 12 mesi». «Poi possiamo trovare una soluzione urbanistica per la cittadella giudiziaria, che sia la Ni01 o altro, ma sapendo che i tempi saranno lunghi e che serviranno finanziamenti. Mai però a via Ponte - chiosa - perché quell'ipotesi è un'offesa».

La maggioranza lo sostiene. Le opposizioni bocciano il trasferimento, ritenendo inidoneo il Palazzo di Città. Preziosi, che ha stimolato la discussione, alla fine, stigmatizza la fuga dei festiani, che non hanno votato nemmeno contro l'accorpamento col Sannio. «Per noi deve essere l'aula a decidere la delocalizzazione del tribunale - ricorda - Pretendiamo che avvenga esclusivamente su un suolo pubblico per evitare speculazioni. Loro sono andati via, probabilmente, anche per questo, perché non erano d'accordo». Il consigliere di opposizione punta l'indice sui «problemi politici della maggioranza»: «Eravamo in tutto 22, compresi i 6 dell'opposizione. È evidente che il problema c'è. A questo punto - sottolinea - occorre aprire una discussione politica sulle varie collocazioni in aula. Perché nessuno ci sta capendo più niente».


Nicola Giordano, del Pd, si dice «contrario alla vendita di Palazzo di Città, che sarebbe una resa» e reputa «frettolosa» la soluzione festiana. «Un Tribunale ha bisogno di spazi diversi, percorsi di sicurezza per detenuti, aule apposite. Qui anche la viabilità è limitata. Realizziamo propone il piano particolareggiato e sfruttiamo la Ni01 con investimenti pubblici». Francesco Iandolo, capogruppo di «App», è molto scettico: «Lo stabile di Palazzo di Città sembra buono per tutto, ma non è così. Non è moderno né adeguato. Tantomeno funzionerebbe uno spezzatino al Convento di San Generoso». Nando Picariello, del Movimento Cinque Stelle è chiaro: «L'esigenza primaria è che il Comune ridefinisca urbanisticamente gli spazi e trovi immediatamente l'area più idonea perché nasca un tribunale che, anche ad Avellino sia presidio di legalità, esempio di efficienza, e garanzia contro ulteriori infiltrazioni criminali sul territorio».
 

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