Fiume Ufita sempre più inquinato,
gli ambientalisti vanno in Procura

Fiume Ufita sempre più inquinato, gli ambientalisti vanno in Procura
di Nicola Diluiso
Lunedì 25 Marzo 2019, 12:00
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Fiume Ufita in stato di degrado. È la denuncia lanciata dal Comitato tutela del territorio, coordinato da Anselmo La Manna. Pronto un esposto denuncia per sollecitare un intervento della Procura della Repubblica affinché indaghi sulle cause del potenziale inquinamento. Situazione davvero delicata. Acqua nera in alcuni tratti, schiumosa in altri. Carcasse di animali abbandonate sul letto del fiume, rifiuti ingombranti di altro genere dislocati in più punti. Dopo alcune segnalazioni, l'idea del rappresentante del Comitato, unitamente ad altri cittadini, è stata ben chiarita: percorrere il fiume nei tratti maggiormente indiziati, quindi quelli compresi tra i territori di Frigento e Flumeri, sino a Grottaminarda. E verificare se le segnalazioni fossero veritiere.

«Purtroppo spiega Anselmo La Manna è tutto vero. Lo stato in cui versa il fiume è semplicemente disastroso». Circa due km di camminata in tratti insidiosi, impervi. Ma il tutto per documentare in maniera inconfutabile, con foto e video, lo scempio. Ciò che è emerso, secondo quanto riportato sulla denuncia che a ore sarà trasmessa alla Compagnia dei carabinieri di Ariano Irpino, al comando del capitano Andrea Marchese, è che a monte dei depuratori Asi, in prossimità dello stabilimento ex Irisbus, l'acqua appare più chiara e trasparente. Ma non solo.
 
«Ciò che ci ha sconcertati riferisce La Manna è stato il constatare come la flora del fiume sia contaminata, perlomeno a livello visivo e di tatto». Sassi ed argini biancastri a monte dell'impianto di filtraggio delle acque, ben diversa la situazione a seguire.

«Prima del depuratore racconta l'attivista abbiamo a campione prelevato le pietre collocate sotto il livello dell'acqua e quello poste lungo i margini del fiume. Ebbene, è venuto fuori che lo sporco è di carattere fisiologico. Una volta asportato il fango e la vegetazione la pietra resta naturale».

La presenza di carcasse di animali può passare anche in secondo piano («le abbiamo trovate in un posto difficilmente accessibile ed è quindi improbabile che qualcuno per disfarsene abbia percorso tutto quel tragitto»). Cosa ben diversa è accaduto successivamente.

«A Valle del depuratore Asi spiega Anselmo La Manna dai campioni di pietre prelevate è emersa una presenza di materiale oleoso in acqua. E questo è testimoniato sia dal colore della stessa, ma anche dal colore della vegetazione, nera sugli strati superficiali, più verdastra in quelli profondi. E le nostre mani sono rimaste unte di sostanze oleose. Senza dimenticare che in prossimità del depuratore vi è uno scarico a cielo aperto probabilmente proveniente dalla zona industriale».

A questo punto ci si affida alla Procura per accertare eventuali responsabilità e danni arrecati all'ambiente. L'esposto sarà notificato anche al Corpo di polizia municipale di Ariano Irpino, al presidente della Provincia, ed ai sindaci di Ariano Irpino, Flumeri, Frigento, Sturno e Grottaminarda. Sedici anni fa sempre in quel tratto di fiume ci fu una morìa di pesci: l'indagine avviata non portò a risultati.
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