IrpiniAmbiente rinuncia al 10 per cento della Tari per scontare i crediti

Il meccanismo parte dal mancato versamento dei Comuni

Lo sciopero delgi operai di Irpiniambiente
Lo sciopero delgi operai di Irpiniambiente
di Alessandro Calabrese
Mercoledì 19 Aprile 2023, 09:52 - Ultimo agg. 09:59
4 Minuti di Lettura

«Non è possibile che l'azienda si debba far anticipare dalle banche i crediti che vanta verso i Comuni dice il segretario della Fit Cisl Francesco Codella - rinunciando a un 10% circa di quello che dovrebbe incassare. Ciò significa anche svalutare la stessa Tari». Una vicenda che è conosciuta, come la cifra monstre di 44 milioni che i comuni debbono alla partecipata della Provincia.

Ma è utile ricostruire il percorso della Tari che i cittadini versano ai comuni i quali a loro volta non trasferiscono a IrpiniAmbiente. A quel unto la società va dalle banche e sconta, al 10% i crediti verso i comuni per tirare avanti.
«È vero che i conti economici della società sono in equilibrio ma l'aspetto finanziario è tutt'altra cosa. Del resto, i Comuni continuano a non versare regolarmente i saldi delle fatture per il servizio ricevuto. Altrimenti non sarebbe necessario presentare presso le banche i crediti vantati per ottenere delle anticipazioni. E, in aggiunta, valutare l'opportunità di cederli in pagamento ai fornitori». Il segretario della Fit Cisl Irpinia-Sannio, Francesco Codella, interviene sui numeri di IrpiniAmbiente e sulle effettive chance del sistema rifiuti provinciale di poter essere gestito interamente attraverso una società pubblica. Lo spunto colto al volo è dato dalle cifre riportate dai vari vertici politici e istituzionali irpini e dalla nota diffusa dalla stessa spa di via Cannaviello.

«Se i Comuni pagassero nei tempi giusti e con regolarità afferma il riferimento sindacale - il sistema reggerebbe anche senza il capoluogo. Non è vero che la presenza di Avellino è indispensabile in una partecipata, è fondamentale, invece, che tutti i centri serviti siano puntuali nel saldare le fatture. Soprattutto con il completamento dell'impiantistica previsto dal Piano dell'Ato che farebbe diminuire di gran lunga i costi di trasporto e smaltimenti delle varie frazioni di differenziata. Per evitare defaillance tra fatturazione e incassi, così come era stato già stabilito in precedenza, al termine dell'emergenza rifiuti e con l'inizio della stessa provincializzazione del ciclo integrato, la nuova organizzazione per la gestione dei rifiuti dovrebbe prevede che il cittadino-utente paghi la tassa direttamente all'ente o alla società che eroga il servizio. Questo permetterebbe di utilizzare gli introiti delle bollette solo ed esclusivamente per il saldo della prestazione, senza distogliere importi per altre spese effettuate dai Comuni».
Codella entra nel merito anche delle transazioni che IrpiniAmbiente è da anni costretta, suo malgrado, a mettere in campo per avere margini di manovra.

Video

«Non è possibile che l'azienda si debba far anticipare dalle banche i crediti che vanta verso i Comuni riprende il segretario della Fit Cisl - rinunciando a un 10% circa di quello che dovrebbe incassare. Ciò significa anche svalutare la stessa Tari, con un ulteriore aggravio nel tempo per i contribuenti. Così come non è normale dover valutare operazioni similari con i fornitori alla luce della morosità riscontrata nei confronti dei Comuni serviti».
Poi ritornando sui modelli di gestione, Codella ribadisce: «La gestione del ciclo integrato dei rifiuti deve essere pubblica. Ciò per salvaguardare il settore da infiltrazioni malavitose e tenere sotto il controllo istituzionale un servizio essenziale molto delicato. Il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, ha voluto costituire il sub ambito distrettuale probabilmente anche perché era il solo a saldare puntualmente le fatture di IrpiniAmbiente, consentendo il pagamento degli stipendi ai dipendenti.

Cosa che, altrimenti, la società avrebbe fatto fatica a regolarizzare per carenza di liquidità».

« La sua mossa - aggiunge Codella- è stata dettata anche da una scelta strategica, per quanto mi riguarda, sbagliata, in quanto ha diviso il servizio e le maestranze. Ma ormai i giochi sono fatti, e quindi bisogna trovare una soluzione che non contempli il Comune di Avellino. Dunque basta contrasti e tatticismi politici, mentre qualcuno gioca a risiko altri potrebbero "conquistarci". Evitiamo di lasciare le porte aperte ai privati».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA