Ladri nei vigneti Dogc, rubati quintali di uva: «Restituite i grappoli»

I malviventi anticipano nella vendemmia i proprietari dei fondi

l vigneti devastati
l vigneti devastati
Martedì 17 Ottobre 2023, 10:11 - Ultimo agg. 10:31
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Uve tanto pregiate e soprattutto rare, considerata la magra annata, da andare a ruba.
È accaduto nottetempo in un vigneto privato nelle campagne attorno al centro abitato di Taurasi, p
atria dell'Aglianico e dell'omonima Docg. I ladri hanno anticipato la vendemmia a un anziano vitivinicoltore dell'agro rinomato nel mondo per l'eccellente produzione di rossi.

«Restituite l'uva a zio Mario altrimenti dovete vedervela con me». Non usa mezzi termini Francesco Iuliano, impiegato a riposo e presidente dell'associazione nazionale marinai d'Italia con sede a Montemiletto. È il nipote di Mario, l'agricoltore che ha subito un ingente e illecito ammanco di grappoli dal suo vitigno. Non è la prima volta che da queste parti si registrano simili incresciosi furti di uve ai danni di noti e meno noti produttori del nettare degli dei.
Quest'anno poi, alla luce della scarsa produzione, il fenomeno sta assumendo contorni davvero inquietanti.

«Ho sporto denuncia ai Carabinieri- ha asserito Francesco Iuliano che pure si diletta ad aiutare lo zio nella vigna di famiglia- per questo invito chi ha commesso questo odioso reato a far ritrovare i cinque quintali di Taurasi, e non di uve pugliesi. Diversamente potranno farlo con l'equivalente in danaro, e sarete perdonati».
Nell'agro taurasino negli ultimi anni molti produttori sono stati costretti a installare sistemi sofisticati di telecamere o foto-trappola o addirittura, specie in questa stagione di raccolta, a commissionare controlli di sorveglianza mirata alle guardie private per scongiurare eventuali furti tra i filari di vigne, spesso isolati.

Anni addietro è accaduto pure ai danni di importanti e blasonati vitivinicoltori di Taurasi e Luogosano.

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«Devono restituire il maltolto a mio zio- ha incalzato sempre Francesco Iuliano-. È inaccettabile che si possa arrivare a tanto, causando un serio danno economico a chi lavora un anno intero per raccogliere finalmente i frutti, invece, altri, furtivamente, se ne appropriano».

Il presidente Iuliano è amareggiato come mai prima d'ora. Quando l'anziano zio Mario si è recato nella vigna con alcuni operai per iniziare la vendemmia a momenti non crollava alla vista dei filari già spogli. Nemmeno una pigna è stata lasciata sui tralci. Racconta il misfatto con un groppo alla gola. Gli occhi si inumidiscono pensando alla collera dello zio Mario davanti a quello spettacolo innaturale che gli stava spezzando il cuore. «Solo gente ignobile può arrivare a compiere queste razzie- ha affermato ancora Francesco Iuliano-. Siamo disposti a perdonare, lo ripeto, chi ha commesso il furto, ma devono farci ritrovare le uve».

C'è tanta indignazione, legittima, nell'appello lanciato da Franco in favore dello zio Mario, vittima di una banda di ladri di uve pregiate nell'agro taurasino. Si è fatto portavoce del congiunto chiuso in un comprensibile silenzio dopo aver subito una incursione nel vigneto che cura da una vita con amore e dedizione assoluta come tanti da queste parti. Purtroppo da tempo a Taurasi come a Paternopoli Luogosano Sant'Angelo all'Esca i vitivinicoltori fanno i conti con i raid notturni nei vigneti non a opera dei cinghiali bensì di gruppi di lestofanti specializzati nella raccolta illecita di uve nei terreni altrui. Chi ha già subito lo scotto è corso ai ripari chi no, come nel caso di Mario lo zio di Franco Iuliano, d'ora in avanti dovrà farlo senza esitazione per evitare che in futuro possa capitare ancora. "Aspetto sulla sponda del fiume", chiosa infine il presidente Iuliano affidando la sua pazienza a un adagio cinese.
 

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