Landolfi, attendere prego ferma l'attività dei reparti a sei mesi dalla riapertura

Da aprile nella struttura disponibili solo le visite negli ambulatori

L'ingresso dell'ospedale Landolfi
L'ingresso dell'ospedale Landolfi
di Antonello Plati
Mercoledì 25 Ottobre 2023, 09:10 - Ultimo agg. 10:15
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Il tempo è scaduto. Ancora una volta. Rinviata, sine die, la ripresa delle attività nei reparti del plesso Landolfi di Solofra. La struttura della cittadina conciaria, di competenza dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino, continua a lavorare a mezzo servizio (per usare un eufemismo). In funzione, infatti, ci sono soltanto gli ambulatori (sei o sette aperti a giorni alterni). Nonostante i ripetuti annunci, nessun paziente è ancora entrato in corsia dopo la riapertura (pure questa rinviata tre o quattro volte) del 20 aprile scorso.

Il direttore generale del Moscati, Renato Pizzuti, ha sbagliato anche questa volta a fare i conti. Con l'ultimo cronoprogramma (rivisto e aggiornato di continuo: alimentando speranza e confusione allo stesso tempo) aveva infatti fissato tra settembre e ottobre il ripristino delle Unità operative. A voler essere (molto) larghi di manica, ci sarebbe un'altra settimana di tempo. Tuttavia, entro la fine di questo mese al Landolfi dovrebbe tornare al lavoro (il condizionale è più che mai obbligatorio) solo gli specialisti dell'Unità Fegato. Vedremo.
Intanto, i ritardi accumulati in questi ultimi quattro anni (da quando cioè il plesso di Solofra è stato gradualmente chiuso per effettuare i lavori di riqualificazione) pesano come un macigno su un'assistenza territoriale (quella della Valle dell'Irno, appunto) sempre meno a portata dei cittadini.

Ma procediamo con ordine.

Il più eclatante tra gli annunci, risale a dicembre dell'anno scorso quando Renato Pizzuti, a voce unificata con il governatore De Luca, aveva assicurato che l'ospedale di Solofra avrebbe ripreso a curare i pazienti a gennaio di quest'anno. Salvo, poi, rivedere tempi e modi a margine di un sopralluogo effettuato il 30 dicembre scorso con il sindaco di Solofra Nicola Moretti. In quell'occasione, il manager napoletano restò sul vago: «Non lo so», disse, «quando ripartirà l'attività».

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Attribuendo addirittura alla guerra in Ucraina i ritardi accumulati. E precisando: «Il conflitto ha complicato le cose, ci vorranno almeno tre mesi per riaprire l'ospedale». Dunque, arrivando a marzo. Previsione, nemmeno a dirlo, smentita dai fatti coi lavori, che in primavera, erano ancora nel vivo. E con l'ennesimo aggiornamento al cronoprogramma, spostando la data all'11 aprile. In effetti, seppure con una decina di giorni di ritardo (il 20 aprile), da quel momento nella struttura hanno ripreso a funzionare, come detto, gli ambulatori. «Apriamo un primo pezzo della per venire incontro alle esigenze della popolazione», aveva detto in quella circostanza il diggì, sbilanciandosi poi con un altro pronostico (errato): «Entro due o tre mesi avremo i reparti». Da luglio, come detto, si è poi passati a un generico settembre-ottobre. Ma fino a oggi, nessun paziente è ancora entrato in una corsia dell'ospedale Landolfi di Solofra. Oltre agli enormi ritardi accumulati con le opere di ristrutturazione, procede a rilento anche il reclutamento del personale con i concorsi che spesso si risolvono con un nulla di fatto (o con i vincitori che preferiscono altre sedi).

Quando un giorno ci si potrà curare al Landolfi, i cittadini avranno a disposizione un'offerta di assistenza rivista al ribasso. Come noto, il pronto soccorso è stato soppresso così come previsto dal nuovo atto aziendale del Moscati (al centro di polemiche e di un aspro scontro politico). Il reparto di Emergenza sarà sostituto da un punto di primo intervento, le cui funzioni sono limitate alla stabilizzazione del paziente (con successivo trasferimento ad Avellino). Consistente pure la riduzione dei posti letto, 45 per la precisione passando da 133 a 88. Addio ai reparti di Odontoiatria e Stomatologia, Ostetricia e Ginecologia e Pediatria. Mentre dal Moscati di Avellino a Solofra saranno trasferiti la Medicina generale a indirizzo epatologico (Unità fegato) con 18 posti letto; la Ginecologia sociale (4 posti letto) e la Fisiopatologia della riproduzione (4 posti letto).

Questi ultimi due costituiranno un polo specialistico per la riproduzione medicalmente assistita. Altro polo specialistico, nuovo di zecca, sarà quello della Medicina del lavoro ma con appena due posti letto. Inoltre, spazio alla Riabilitazione nelle su 4 linee di attività, ovvero motoria, cardiologica, neurologica e respiratoria con 26 posti letto; alla lungodegenza con 18 posti letto; alla Dermatologia e Dermochirurgia con 4 posti letto; alla Terapia intensiva con 4 posti letto; e a un Day Surgery con 6 posti letto. Tutto, al momento, solo sulla carta.
 

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