Avellino, è il giorno della scelta:
corsa a sette verso il ballottaggio

Avellino, è il giorno della scelta: corsa a sette verso il ballottaggio
di Livio Coppola
Domenica 26 Maggio 2019, 12:00 - Ultimo agg. 27 Maggio, 06:58
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È il giorno delle scelte. Quantomeno quelle iniziali. Oggi, a distanza di un solo anno dalle precedenti consultazioni, gli avellinesi sono nuovamente chiamati a decidere chi sarà il «sindaco della rinascita», o meglio colui o colei che ancora una volta dovrà misurarsi con l'esigenza, ormai ultradecennale, di ridare vita e prospettiva ad una città che annaspa tra smog, cantieri ed edifici pubblici diroccati. Tuttavia, bisognerà aspettare. In primis domani, visto che lo spoglio per le Comunali partirà in un secondo momento, preceduto da quello per le Europee. E poi si dovrà attendere il 9 giugno, data di un ballottaggio al quale Avellino quasi certamente non potrà sottrarsi. Un modo per prolungare di altre due settimane una campagna elettorale che ha visto i sette contendenti affrontarsi più a colpi di insulti e invettive che con le proposte. Si dirà che ognuno in realtà ha presentato piani e programmi sui più svariati temi, ma è stato difficile, anche per chi racconta, metterli in primo piano rispetto ai veleni incrociati che si sono respirati fin dalla presentazione delle liste. Ma tant'è, ora la partita è aperta e si gioca.

Esaurito il mese dei comizi (pochi) dei convegni (abbastanza) e degli aperitivi (tantissimi), oggi i cittadini dovranno scegliere tra sette candidati sindaco e anche, in modo disgiunto, tra un esercito di 448 candidati al consiglio comunale, dai quali usciranno i 32 eletti per l'aula.

Volendo disegnare una sorta di griglia di partenza, ci si può aggrappare ad una logica squisitamente quantitativa. Sondaggi ufficiali, per il Comune di Avellino, non ne sono stati diffusi, e quelli nazionali per le Europee rispondono a scenari del tutto differenti da quelli locali, anche se giocoforza la concomitanza con il voto per Bruxelles potrà in parte influire sull'orientamento degli elettori. Due, in ogni caso, sono le compagini numericamente più forti. Si parte da quella di Luca Cipriano. Il presidente del Conservatorio, nonché ex presidente del Teatro, dopo l'esperienza in solitaria con la sua civica «Mai Più», si è riconciliato con il Pd diventandone il candidato ufficiale. Con l'aggiunta di altre due liste: «Avellino Più», una sorta di raddoppio di quella originaria, e soprattutto «Laboratorio Avellino», alias la lista con cui il consigliere regionale Maurizio Petracca ha di fatto celebrato la rottura con Ciriaco e Giuseppe De Mita, rimasti fuori dalla competizione elettorale. Nell'elenco dei candidati ci sono infatti quasi tutti gli esponenti Popolari già in corsa nel 2018, che al pari di Petracca hanno deciso di rinnovare l'alleanza col Pd, optando per il sostegno a Cipriano. Una strada, questa, che gli stessi vertici provinciali democrat, attraverso l'asse Rosetta D'Amelio-Enzo De Luca, hanno voluto percorrere nonostante la segreteria regionale, guidata da Leo Annunziata, fosse maggiormente orientata al dialogo con i demitiani. D'altra parte, consumatesi le scelte, ad Avellino, del Pd napoletano non si è fatto vedere più nessuno.

Nel Pd irpino, invece, si è comunque celebrata una diaspora che ha condotto alla creazione di un'altra coalizione composta da quattro liste, a sostegno dell'ex consigliere comunale, eterno dissidente dem, Gianluca Festa. Questi, dopo aver appoggiato controvoglia Nello Pizza nel 2018 (che poi ha perso al ballottaggio), non ha voluto perdere un'altra occasione per puntare alla fascia. Lo farà, con due civiche di produzione propria (Davvero e W la Libertà) e altre due politicamente ben connotate: in primis c'è «Ora Avellino», ispirata dall'ex presidente del consiglio comunale Livio Petitto (recordman di preferenze col Pd l'anno scorso, adesso non ricandidato e in attesa delle Regionali), poi abbiamo la «Avellino Vera» guidata da Stefano Luongo e promossa dall'ex deputato Angelo Antonio D'Agostino.

Passiamo alle due variabili «impazzite», alias Movimento Cinque Stelle e Lega. I due schieramenti di governo, impegnati in una resa dei conti che si consumerà col voto europeo, su Avellino si presentano con due squadre autonome, senza coalizioni, anche allo scopo di tirare la volata ai loro candidati per Bruxelles. Va detto che per i Cinque Stelle la corsa solitaria rappresenta la normalità: lo scorso anno, il loro candidato sindaco Vincenzo Ciampi è diventato sindaco battendo al ballottaggio l'uomo del centrosinistra Nello Pizza (che oggi appoggia Cipriano), passando da un 20 per cento del primo turno al 59 del secondo. Dopo la sfiducia di novembre scorso, Ciampi ha preferito farsi da parte, lasciando il campo al suo ex vicesindaco Ferdinando Picariello, chiamato a contendere un posto per il ballottaggio al duo Festa-Cipriano con una lista rinnovata per buona parte, dopo il passaggio di diversi dissidenti in altre formazioni.

Quanto alla Lega, il segretario provinciale Sabino Morano, dopo aver funto da candidato del centrodestra nel 2018, stavolta ha puntato sul mondo delle professioni, schierando come aspirante alla fascia l'avvocato Biancamaria D'Agostino. Alla prima esperienza politica diretta, D'Agostino si trova comunque a guidare una lista assai orientata a destra, con la presenza dell'ex candidato sindaco di Casapound Giuliano Bello. Dall'esterno sosterrà la Lega anche l'ex consigliere Damiano Genovese, che aveva tentato la candidatura a sindaco con «Prima Avellino», compagine subito ricusata dalla commissione elettorale, e ora è concentrato sulla corsa al consiglio del candidato del Carroccio Paolo Ferraro.

La rottura interna al centrodestra ha portato Forza Italia e Fratelli d'Italia ad appoggiare il nuovo tentativo di Dino Preziosi. L'ex consigliere comunale, leader della compagine civica «La Svolta», si candida a sindaco per la terza volta consecutiva. L'ambizione al ballottaggio c'è, ma oggettivamente non sarà facile impensierire i due centrosinistra e il M5s. Due le liste: ovviamente «La Svolta», che al suo interno contiene anche nomi di Fratelli d'Italia, con in testa Giovanni D'Ercole, e poi Fi, guidata dai consiglieri uscenti Lazzaro Iandolo e Ines Fruncillo.

Allargandoci a sinistra, ecco la nuova avventura di «SiPuò». La lista che nel 2018 ha condotto in consiglio la candidata sindaco Nadia Arace, proverà a fare lo stesso con l'ex consigliere provinciale Amalio Santoro. Il medico del «Landolfi», ex popolare, avrà con sé gli esponenti di Sinistra Italiana, Possibile e Prc, ma anche qualche cattolico come l'ex sindaco Paolo Foti, Nunzio Cignarella e Antonio Gengaro.

A chiudere l'elenco dei sette aspiranti alla carica di primo cittadino c'è poi Massimo Passaro. L'avvocato porta avanti anche quest'anno, dopo la prima avventura nel 2018, l'esperienza della sua civica «Cittadini in Movimento», con l'obiettivo di migliorare il risultato di un anno fa (poco più del 2 per cento) e magari ritagliarsi, ma non sarà affatto facile, un posto in consiglio.

Parola, dunque agli elettori, oggi come probabilmente tra un paio di settimane. Rispetto alla kermesse precedente, la frammentazione delle liste dovrebbe consentire la creazione di una maggioranza almeno all'inizio stabile. Ed è già una buona notizia. Poi bisognerebbe saper governare, ma questa è e sarà un'altra storia.
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