Ancora disorganizzazione a Contrada Amoretta. Questa volta è il caso, per l’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati, delle lungaggini e degli intoppi procedurali che ritardano la consegna delle cartelle cliniche ai pazienti. A denunciarlo è l’associazione CittadinanzAttiva, a sua volta allertata dalle numerose segnalazioni degli utenti che da tempo si vedono negare la documentazione richiesta. Come ha messo nero su bianco la realtà a tutela dei consumatori, attraverso una nota inviata ai vertici della città ospedaliera, i cittadini riscontrano notevoli difficoltà per ottenere la documentazione che ricostruisca e attesti il proprio percorso clinico.
Dal momento della richiesta della cartella clinica agli uffici del Moscati, vale a dire, per riceverla trascorrerebbero fino a 70 giorni di attesa. Una tempistica, dunque, che sfora notevolmente le sette giornate entro le quali, per legge, le strutture sanitarie dovrebbero garantire la messa a disposizione del fascicolo.
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Un ritardo, quindi, che incide notevolmente sulle possibilità dei richiedenti. Sia nel caso, per questi ultimi, di passaggio ad altra struttura per la continuazione delle cure oppure per un secondo consulto medico. Sia per una valutazione dello storico clinico, nell’eventualità di ricorsi legali per sospetti episodi di malasanità. Un fatto, quello della grave lentezza burocratica, che tuttavia al Moscati non rappresenta una novità. Non è la prima volta, appunto, che il coordinamento civico, rappresentato da Angela Marcarelli, segnala la criticità.
Eppure, come fa sapere CittadinanzAttiva, al disservizio si è pure aggiunta una pratica che va in opposizione a quella che dovrebbe essere la norma. Si tratta, cioè, delle richieste fantasma. Al momento della domanda per l’ottenimento della cartella clinica, in sostanza, al cittadino non viene rilasciato un documento che ne attesti l’avvenuta protocollazione. Così, in assenza di una traccia, da un lato non è possibile conteggiare il tempo che intercorre tra la presentazione dell’istanza e l’effettiva ricezione del fascicolo e, dall’altro, per gli stessi addetti al servizio diventa complesso definire l’iter.
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E sempre nella nota, l’associazione riporta anche un esempio. Quello di una paziente che già qualche mese fa aveva fatto richiesta della propria cartella ma che, non vedendosela consegnare, negli ultimi giorni si è presentata all’Ufficio competente dell’ospedale e, con sconcerto, dagli operatori ha appreso che dell’istanza presentata non c’era traccia. Non risulta, cioè, che la richiesta sia stata effettuata. Rimonta, perciò, la protesta dell’associazione. Che sottolinea: «La prassi adottata vuole che le risposte alle istanze siano accettate a voce, anche quando si afferma che i documenti sanitari non sono stati rintracciati. Si pretende che le istanze siano depositate senza avere nemmeno un semplice attestato di ricevuta. Questo non è tollerabile, considerata l'importanza che ha una cartella clinica».
Lo rimarca: «Si tratta di un documento soggetto all'obbligo, da parte della Direzione sanitaria, di illimitata conservazione, al pari dell'obbligo di legge di rilasciarne copia entro sette giorni dalla richiesta». E continua: «Pertanto si chiede ancora una volta al dirigente dell'Ufficio relazioni con il pubblico di informare, ad horas, il direttore generale dell'Azienda». Al manager Renato Pizzuti, quindi, si sottopone la problematica, che a sua volta interessa anche l’impresa a cui il Moscati ha affidato l’Ufficio. Il servizio per la gestione delle cartelle cliniche è infatti esternalizzato.
Tant’è che sempre Marcarelli richiama anche al «rispetto dell'appalto». E annuncia: «Se le previste condizioni non dovranno essere riviste in maniera da risultare più rispondenti alla disciplina rigorosa che regola tale delicata materia, che ora non risulta soddisfare, facilitare e comunque garantire l'accessibilità nei tempi previsti di consegna delle cartelle cliniche, ci adopereremo per chiedere anche una verifica a istituzioni terze, per riscontrate e documentare la portata del disservizio».