Il parroco della Ferrovia di Avellino:
«Non illudete chi vive qui»

Il parroco della Ferrovia di Avellino: «Non illudete chi vive qui»
di Antonello Plati
Domenica 10 Febbraio 2019, 14:00
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«Non illudiamo i residenti di Borgo Ferrovia: sono stati presi in giro già troppe volte». Don Luigi Di Blasi smorza i facili entusiasmi e chiede «per una volta» di passare dalle parole ai fatti. «L'idea di realizzare un museo nella stazione o la possibilità che gli studenti universitari possano abitare nel quartiere, sono entrambi degli ottimi propositi», dice il parroco. «Però avverte - basta con gli annunci: la gente è stanca. Quindi non alimentiamo aspirazioni se poi non c'è la reale volontà di coltivarle». Dal suo osservatorio privilegiato, don Luigi traccia un quadro a tinte fosche: «I problemi di Borgo Ferrovia sono tanti e irrisolti da troppo tempo: dalla bonifica dell'area dell'ex Isochimica all'assenza di servizi. I giovani, poi, non hanno spazi. C'è chi viene in oratorio, ma è chiaro che non può bastare. Adesso basta ribadisce il parroco chi ha la responsabilità di agire, lo faccia. Al più presto».

Un'accelerazione c'è stata proprio in questi giorni. Il Museo della Ferrovia alla stazione di Avellino potrebbe presto diventare realtà. Infatti, va in questa direzione la richiesta che la Soprintendenza all'Archeologia, belle arti e paesaggio ha inoltrato al Ministero per i Beni e le Attività culturali (Mibac) per apporre il vincolo di tutela sugli edifici e i manufatti presenti nello scalo avellinese.
 
Lo stesso dicastero nel 2016 ha designato come bene culturale l'Avellino-Rocchetta Sant'Antonio la linea che collega l'Irpinia alla Puglia, sospesa nel 2010 e riattivata da poco, con scopi turistici, dopo una lunga battaglia che ha coinvolto cittadini e associazioni.

La soprintendente Francesca Casule nella nota inviata al Mibac sottolinea «il notevole interesse storico-architettonico di alcune rare testimonianze della tecnica costruttiva dell'800 che risultano tutte ben conservate» nella stazione di Avellino. Si tratta della rimessa e dell'officina per le locomotive, degli alloggi, dei depositi e dei magazzini, della torre che serviva come serbatoio per l'acqua e di una piattaforma girevole usata per spostare i vagoni. La proposta è al vaglio di un comitato tecnico istituito presso il segretariato regionale del Mibac, solo successivamente sarà trasmessa a Roma per il placet definitivo. L'intento è condiviso dall'amministrazione comunale e dalla Fondazione Fs che hanno siglato un protocollo d'intesa.

Se dovesse arrivare il nulla osta dal Collegio romano, sarebbe un altro importante tassello da aggiungere nella ricostruzione sociale e urbana di Borgo Ferrovia, quartiere per il quale si prospetta anche un futuro da «residenza studentesca» per i fuori sede dell'Università di Salerno. Questo, infatti, potrebbe essere uno degli effetti del progetto di elettrificazione della linea con una fermata rinnovata e connessa al campus attraverso un tappeto mobile.

Il presidente della commissione regionale Trasporti, Luca Cascone, ha assicurato che «i lavori sono in fase avanzata» e il rettore dell'ateneo salernitano, Aurelio Tommasetti, sostiene l'iniziativa convinto che «il trasporto su ferro sia un'occasione da cogliere».

Per ora di treni passa di nuovo quello per Napoli: un collegamento in fase sperimentale che prevede un'unica partenza da Avellino alle 6,20 (dal lunedì al sabato) e ritorno da Piazza Garibaldi alle 17. I due progetti dovrebbero proseguire parallelamente senza intoppi: infatti, il vincolo che la Soprintendenza ha chiesto non dovrebbe interferire con la trasformazione e la riqualificazione dello scalo. Portare a termine entrambe le operazioni sarebbe il modo migliore per celebrare il doppio anniversario che cade quest'anno: i 35 anni dalla ricostruzione post terremoto della stazione e quello del 31 marzo per i 140 anni dalla partenza della prima locomotiva.
 
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