Pepe Destinazione Irpinia: la tenuta tra le top 100 location dell'enoturismo

La classifica del World's Best Vineyards 2022

I premiati del World's Best Vineyards 2022
I premiati del World's Best Vineyards 2022
di Annibale Discepolo
Mercoledì 16 Novembre 2022, 10:13
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Una vendemmia sicuramente proficua e felice più che mai per chi ha raccolto, nella fattispecie una quantità di prestigiosi riconoscimenti e tutti ad alti livelli.

È il caso di Milena Pepe dell'omonima tenuta che porta il nome del papà Angelo, partito anni fa per il Belgio per far fortuna ed oggi affermato imprenditore della ristorazione nella città che ospita il Parlamento Europeo, ma con appendici e radici mai recise a Sant'Angelo all'Esca dove insiste la splendida cantina, il ristorante La Veduta con affaccio mozzafiato sulla valle e sui vigneti che avvolgono la proprietà e che il World's Best Vineyards 2022, ha voluto inserire nella Top 100 delle migliori destinazioni mondiali dell'Enoturismo. La cantina figura al settantaquattresimo posto tra le 100 più belle e accoglienti al mondo. Un riconoscimento al lavoro svolto negli anni che premia, oltre la bontà dei vini, l'offerta enoturistica in tutte le sue forme, le scelte di accoglienza e un territorio, l'Irpinia, votato all'enologia fin dall'antichità, premio che la Pepe ha ritirato sabato scorso a Livorno. Dalla Pepe alla trinità Muto-Sarno-Panetta, da Sal Molettieri ai magnifici sei di Villa Diamante, I Favati, Di Meo, Rocca del Principe, Marsella, Tenuta Sarno.


Ma partiamo dall'inizio. Quelli di VITI, all'anagrafe Angelo Muto di Cantine dell'Angelo a Tufo, Luigi Sarno, Cantine del Barone a Cesinali e Claudio Panetta, Il Cancelliere a Montemarano, sono stati gli unici irpini e unici campani (con i Cacciagalli di Mario Bosco), tra i protagonisti a Eataly Wine Festival Roma, del guru Oscar Farinetti, prestigiosa kermesse curata per il segmento vini da Paola Pozzoli.

Ad ognuno il suo in fatto di Docg: a Dell'Angelo per i suoi convincenti e vincenti Greco di Tufo Torrefavale e Miniere, a Cantine del Barone, per il Fiano di Avellino, Particella 928 e Paone (i due vigneron hanno entrambi presentato il millesimo 2020); a Claudio Panetta de Il Cancelliere per l'Aglianico Gioviano 2019 e Taurasi Nero Né 2017. «Un'ottima esperienza che dopo sei anni di partecipazione abbiamo voluto ripetere, dice Angelo Muto in quanto questa è una delle vetrine più interessanti e partecipate del ranking italiano del vino».

VITI, acronimo del sodalizio Vignaioli in terre d'Irpinia, nato nel 2009 in nome dei vini naturali sui quali la trinità irpina dei tre produttori, ognuno dei quali ha puntato su un vitigno figlio del proprio terroir, crede molto e soprattutto punta moltissimo in questo trend che sta poco a poco conquistando il mercato nazionale e non solo. Tutti, o quasi, avrete spesso letto, in una visita in cantina, sulle botti di legno e sui silos in acciaio, il nome del vitigno con la scritta a divenire. Salvatore Molettieri, storico vigneron di Montemarano, noto in primis per il suo adorato e celebre Taurasi Vigna Cinque Querce, viaggia al solito col vento in poppa. Wine Spectator, tra le bibbie del cosmo vitivinicolo mondiale, lo ha inserito tra le 130 cantine italiane per il Vinitaly 2023. Sal, infatti, ha di nuovo, tanto per cambiare, calamitato l'attenzione della prestigiosa rivista americana che lo ha scelto per un vino che è letteralmente un'opera, un viaggio di emozioni lungo il pentagramma degustativo, come d'altronde rivela OperaWine 2023 e che il burbero, ma gentile ed ospitalissimo produttore dell'altro Taurasi lato Montemarano, presenterà il 1° aprile, in barba al famoso pesce, nel corso di una prestigiosa quanto attesa degustazione di verifica, si fa per dire, che farà da entrèe all'attesissimo evento veronese.

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