Scuola, i negozi non essenziali
aprono dopo l'ingresso in aula

Scuola, i negozi non essenziali aprono dopo l'ingresso in aula
di Gianni Colucci
Martedì 24 Agosto 2021, 10:00
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Posticipare l'apertura dei servizi commerciali non essenziali, in corrispondenza dell'orario di ingresso in aula.

La proposta del prefetto Spena al vaglio delle associazioni del commercio e dei sindaci. L'obbiettivo è evitare che l'arrivo degli studenti pendolari e l'ingresso in aula, benché scaglionato, incroci le aperture dei negozi. Dunque dalle 8 del mattino alle 9,30 per i negozi non essenziali, potrebbe essere stabilito il divieto di apertura. Tutto slitterebbe dunque di un'ora - un'ora e mezza, per consentire che le strade sfollino. 

All'arrivo nei centri principali della provincia e negli orari di partenza alle fermate dei bus ci saranno volontari che controlleranno gli accessi ai bus, i vigili urbani saranno chiamati, sopratutto nel capoluogo, ad uno sforzo suppletivo dato che i mezzi che giungeranno in città saranno superiori alla media (infatti potranno essere riempiti all'80 per cento), mentre le lezioni torneranno tutte in presenza con il 100 per cento gli alunni in aula.

Avellino città ma anche nei principali centri della provincia sedi di istituti scolastici superiori come Atripalda, Solofra, Ariano Irpino, Montoro, Grottaminarda, Sant'Angelo, Lioni, Calitri.

Nel capoluogo si tratterà di una novità dato che il piano non è masi stato sperimentato.

Si potrà prendere il caffè e comprare il panino, fare rifornimento di quaderni e penne, ma i negozi di abbigliamento potrebbero essere lasciati chiusi fino all'ingresso di tutti gli studenti. Con essi chiuse altre attività non essenziali come le ferramenta, le lavanderie, i meccanici, gli ottici, i negozi di telefonia. 

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Il vero problema è quello dei trasporti, in particolare individuare la possibilità di trasporti dedicati. Arrivare a scuola dove si tornerà in aula con le classi complete e senza Dad, è il nuovo problema da risolvere. La norma prevede che i bus siano riempiti all'80 per cento, ma in classe si andrà tutti: come si ovvierà con i pendolari? A rendere ancor più complessa la questione, è l'impossibilità ad Avellino di sperimentare prima dell'apertura delle scuole il piano. In tutta la provincia le suole superiori sono state aperte negli ultimi mesi. Ad Avellino il sindaco Festa si è opposto e ha fatto chiudere l'anno scolastico senza che gli allievi delle superiori tornassero in classe. Dunque il piano dei trasporti non è stata mai rodato. Non si è potuto verificare nel capoluogo cosa sarebbe accaduto con gli alunni in classe al 50% e i mezzi pubblici pieni al 75%. La prospettiva di tornare in classe tutti e con i bus quasi pieni (e Avellino è il primo centro della provincia per numero di scuole superiori), ha già messo in allarme la prefettura. La settimana prossima il prefetto Spena incontrerà dirigenti scolastici e amministratori per studiare il piano nei minimi particolari. La riunione è fissata per il 2 settembre, a pochi giorni dalla riapertura.

Ci dovrebbe essere un finanziamento per sostenere lo sforzo dei comuni anche da parte dell'Amministrazione provinciale proprio per ampliare il numero di bus disponibili. Ma va anche organizzato il traffico urbano e potrebbero essere previsti percorsi dedicati, il mobility manager una figura che sembrava futuribile, oggi appare essenziale: ma quale Comune ne è dotato?

Un problema ulteriore riguarda il personale della scuola. Al momento si discute dell'obbligo del green pass e dei mezzi per le verifiche. Dato che l'85% del personale scolastico è vaccinato, invece, il dato degli insegnanti no vax appare residuale. Resta invece un problema la copertura delle cattedre, il sindacato stima in circa 150 gli insegnanti mancanti rispetto alle cattedre disponibili.

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