Stipendi doppi con certificati falsi,
blitz e inchiesta all'Asl di Avellino

Stipendi doppi con certificati falsi, blitz e inchiesta all'Asl di Avellino
di Antonello Plati
Venerdì 4 Gennaio 2019, 11:00
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«All'Asl di Avellino qualcuno si paga il doppio stipendio con certificazioni false, so bene quello che abbiamo trovato. Sono decenni di abbandono, di sciatteria, di porcheria». Senza mezzi termini e con il solito colorito linguaggio, il governatore Vincenzo De Luca getta pesantissime ombre sul personale dell'Azienda di via Degli Imbimbo. Intervenendo alla presentazione del calendario 2019 presso il «Ruggi» di Salerno, il presidente della Regione sembra individuare una notitia criminis, ma in realtà le indagini su presunte certificazioni false da parte di personale medico afferente all'Asl di Avellino sarebbero ancora in fase embrionale, condotte dalla Guardia di finanza.

Il blitz delle Fiamme gialle, con l'acquisizione della documentazione contabile, è avvenuto prima delle festività natalizie: dai controlli sarebbero emerse alcune presunte irregolarità rispetto alle somme erogate per le prestazioni specialistiche. Alcuni medici avrebbero addirittura raddoppiato il numero di ore di servizio, dunque si tratterebbe di compensi gonfiati e probabilmente raddoppiati rispetto al dovuto.
 
Ad informare l'autorità giudiziaria, proprio l'Azienda sanitaria locale che, se accertato il reato, avrebbe subito un cospicuo danno erariale. Al momento sulle indagini c'è il massimo riserbo e anche la Direzione generale dell'Asl non si esprime in merito. Lo sfogo del presidente della Regione muoveva dai ripetuti attacchi mediatici che a suo dire starebbe ricevendo da tempo: «Sono mesi - sostiene De Luca - che stiamo subendo una campagna di aggressione mediatica. Ieri mattina su un organo di informazione si diceva che è stata chiusa la riabilitazione cardiologica al Ruggi, mentre è pienamente operativa. La campagna era finalizzata al commissario esterno che doveva venire. Questo è tutto». De Luca ha, poi, parlato anche caso delle formiche trovate a novembre scorso su una paziente dell'ospedale San Giovanni Bosco: «Penso alle formiche a zero gradi che si vedono solo all'Asl Napoli 1. Comitive di formiche scese dalle navi da crociera tutte alla Napoli 1. L'ospedale San Giovanni Bosco, dal 1978 a Napoli non ha avuto un intervento di manutenzione. All'ospedale San Paolo dove a volte arrivano pazienti che pretendono di non essere registrati. Sono quartieri difficili. Avevamo dentro l'ospedale, con tanto di sbarra, un parcheggio gestito dalla camorra».

Quindi l'affondo sulla Asl di Avellino, dove «qualcuno si paga (in realtà, si pagava, come hanno precisato dal suo staff, ndr) il doppio stipendio con certificazioni false, so bene quello che abbiamo trovato. Sono decenni di abbandono, di sciatteria, di porcheria».

Se il caso delle false certificazioni dovesse trovare conferma al termine delle indagini, si tratterebbe di un altro brutto colpo per l'Asl di Avellino, già alla ribalta nazionale per gli ormai celebri «furbetti del cartellino». I fatti risalgono al marzo 2016 quando l'allora commissario straordinario Mario Ferrante, a margine di un'inchiesta («Badge Malati) condotta dalla squadra Mobile della Questura con telecamere posizionate sul dispositivo marcatempo di via Degli Imbimbo, emanò i primi provvedimenti, di tipo amministrativo, nei confronti dei dipendenti infedeli col sostegno di una commissione di disciplina e del consulente Sergio Perongini, docente di Diritto processuale amministrativo.

Ferrante ordinò 22 sospensioni (il cui periodo di sanzione è terminato da tempo, dunque medici e impiegati di questa tranche sono attualmente in servizio) e 12 licenziamenti (nessuno dei quali revocato dopo i ricorsi inoltrati dagli interessati). A marzo dell'anno scorso, 33 rinvii a giudizio per truffa e una sentenza di patteggiamento, mentre il 4 giugno è iniziato il processo, che vedrà di nuovo gli imputati in aula il prossimo 16 gennaio.
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