«Studenti obbligati dall'alternanza scuola/lavoro a vendere nelle bancarelle dei mercatini di Natale»

La denuncia degli studenti: "Questo è sfruttamento, dovremo lavorare anche il 24 dicembre fino a sera!"

Mercatini di Natale con gli studenti al lavoro gratis
Mercatini di Natale con gli studenti al lavoro gratis
di Selene Fioretti
Mercoledì 6 Dicembre 2023, 10:19 - Ultimo agg. 11:38
3 Minuti di Lettura

Sullo sfondo dei mercatini di Natale inaugurati ad Avellino, scoppia la bufera che vede, ai due poli opposti, alcuni studenti del liceo artistico De Luca e la dirigenza dell'istituto superiore. Motivo dello scontro è il progetto di alternanza scuola-lavoro, per il quale gli alunni frequentanti il triennio all'artistico stanno svolgendo delle attività proprio nelle casette allestite in centro per il periodo natalizio. Accuse da parte degli studenti e la dirigente, Maria Rosaria Siciliano, pronta a denunciare i suoi alunni ai carabinieri.

Ad accendere la miccia della polemica è stato un comunicato a firma del Collettivo studentesco irpino e inviato dall'indirizzo email del Prc Irpinia, sezione provinciale di Rifondazione comunista.

Come si legge nella nota, il Collettivo si fa tramite di alcune rimostranze espresse da parte degli studenti coinvolti nell'alternanza. Pur non esplicitando il nome della scuola interessata, infatti, è intuibile che il messaggio si riferisca al liceo di via Scandone, essendo quello il solo a partecipare alla kermesse di piazza Libertà.

«A stare in alcuni di questi stand a vendere i prodotti d'artigianato - si legge - saranno gli studenti coinvolti nell'alternanza scuola-lavoro, che dovranno obbligatoriamente prendere parte a tale progetto. Questi lavoreranno in orari proibitivi e anche nei giorni (tra cui la Vigilia di Natale) durante i quali dovrebbero poter godere delle vacanze». I prodotti a cui si fa riferimento, nello specifico, sono quelli realizzati proprio dagli alunni del De Luca durante le attività didattiche e che la scuola, a cui è annessa l'azienda Creart, è solita mettere in commercio.

Video

«Una produzione - sottolinea il Collettivo - per la quale, come ci hanno fatto sapere, gli studenti hanno dovuto versare un contributo economico. Quindi non solo lo sfruttamento per produrre tali oggetti, ma anche quello aggiunto nella vendita. Inoltre è difficile reperire informazioni riguardo l'azienda collegata alla scuola alla quale andranno i ricavati, che non è possibile sapere con chiarezza dove saranno destinati». Accuse pesanti che non hanno lasciato indifferente la preside Siciliano.

«Gli studenti - spiega la dirigente scolastica al Mattino - sono agli stand non per vendere, ma per illustrare il progetto alla base del programma di alternanza scuola-lavoro e le attività svolte dall'istituto. Naturalmente anche come vengono realizzati i manufatti mostrati. Le vendite invece, effettuate con tanto di ricevuta fiscale, sono responsabilità dei docenti tutor che li affiancano». E chiarisce: «Nessuno è obbligato a partecipare all'alternanza ma, poiché è la legge che la prevede, domattina (oggi ndr.) chiederò agli alunni del terzo, quarto e quinto anno di firmare espressamente un documento per accettare di partecipare al progetto. Potranno anche rinunciarvi, ma poi rischiano la bocciatura in quanto è la legge che impone che per superare l'anno bisogna partecipare ai progetti di alternanza scuola-lavoro». Infine, sulla questione del contributo economico versato dagli studenti, la dirigente rigetta completamente l'accusa. Siciliano, intanto, ha avviato un'indagine interna alla scuola per risalire ai responsabili del comunicato. La preside ha chiesto ai rappresentanti d'istituto di consegnarle i verbali redatti in occasione dell'ultimo collettivo scolastico e della consulta studentesca. «Domani (oggi ndr.) presenterò denuncia ai carabinieri per individuare chi ha infamato sia me che l'istituto. Lo devo all'onorabilità mia e della scuola».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA